La Farnesina ha annunciato di aver convocato l’ambasciatore Sergei Razov per respingere “insinuazioni calunniose sul presunto coinvolgimento dei media del nostro Paese in una campagna antirussa”.
Anche il segretario generale del ministero, Ettore Francesco Sequi, “ha respinto con fermezza le accuse di immoralità nei confronti di alcuni rappresentanti delle istituzioni e dei media italiani espresse in recenti dichiarazioni del ministero degli Esteri russo”.
La lite è scoppiata dopo che l’ambasciata russa in Italia ha pubblicato sabato sulla sua pagina Facebook estratti di un rapporto del ministero degli Esteri russo sulle “violazioni dei diritti dei cittadini russi” all’estero.
Denunciano la “campagna apertamente antirussa nei media italiani” portata avanti dalla fine di febbraio, quando la Russia ha invaso l’Ucraina, un “approccio di parte” che ha “una notevole influenza sull’opinione degli italiani sui russi”.
“Una grande campagna lanciata in Italia contro la cultura russa e i suoi rappresentanti ha provocato una serie di spiacevoli incidenti”, tra cui la “discriminazione” nei settori sanitario e bancario, ha affermato il ministero russo in un rapporto.
Il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio ha affermato domenica che i media “raccontano cosa sta succedendo, che la Russia ha usato più di 2.000 missili contro l’Ucraina che ha ucciso 200 bambini”.
Il primo ministro italiano Mario Draghi è un forte sostenitore delle sanzioni contro Mosca, sebbene alcuni membri della sua coalizione di governo abbiano da tempo stretti legami con il Cremlino e siano stati lenti a condannare la guerra.
La commissione parlamentare per la sicurezza del COPASIR ha avviato un’indagine sulla presunta propaganda filo-russa in alcuni organi di stampa accusati di aver concesso un notevole tempo di trasmissione alla disinformazione russa.
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