L’Italia ha vietato la mostra e la conferenza di propaganda russa a Mariupol








Mariupol, Ucraina. Foto AFP/Scanpix.




Le autorità di una città italiana hanno annunciato martedì che non ospiteranno più una mostra e una conferenza sulla “rinascita” della città ucraina di Mariupol, occupata dai russi.

In precedenza, l’Associazione Culturale Russa aveva affittato una sala a Modena, nel nord Italia, nella regione Emilia-Romagna, per l’evento “Mariupolis – la rinascita dopo la guerra” il 20 gennaio.

Martedì, però, il consiglio comunale di Modena ha deciso che l’evento previsto “aveva le caratteristiche di una dimostrazione di aperto sostegno alla guerra d’invasione della Russia contro l’Ucraina”.

I progetti dell’associazione culturale russa sarebbero incompatibili con l’obbligo di rispettare i valori sanciti dalla Costituzione italiana, in particolare il divieto di professare e praticare l’ideologia fascista e razzista.

Il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleh Nikolenka ha detto che Kiev ha chiesto a Modena di ritirare il permesso per la mostra, cosa che ha definito propaganda.

“Accogliamo con tutto il cuore questa decisione. Siamo grati sia al Comune che agli italo-ucraini, che non hanno permesso che l’opinione pubblica italiana venisse in inganno sulle conseguenze dei crimini russi a Mariupol e in Ucraina”, ha detto il portavoce.

Mariupol, un porto strategicamente importante sul Mar d’Azov, fu circondato dalle forze russe fin dai primi giorni dell’invasione.

Dopo settimane di assedio e bombardamenti, la Russia conquistò completamente la città. Secondo le stime ucraine, durante questo assedio morirono circa 20.000 persone.


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