Gli scienziati hanno scoperto che le persone uccise dall’eruzione del Vesuvio hanno sofferto più di quanto si pensasse. Vita

L’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. seppellì non solo la celebre città di Pompei, ma anche Stabiae, Oplontia ed Ercolano.

Sebbene le rovine di Pompei siano oggi più conosciute, le ricerche iniziarono davvero ad Ercolano, la città costiera che un tempo portò gli archeologi a cercare i sepolti sul Vesuvio.

Foto di pubblico dominio/Eruzione del Vesuvio nel 1923.

E ne sono stati ritrovati parecchi. Nella sola Ercolano sono stati scoperti diverse centinaia di scheletri ben conservati.

Conoscete queste figure spettrali degli abitanti di Pompei che ora i turisti scrutano? Sono calchi, cavità piene di gesso lasciate da corpi in decomposizione nella roccia vulcanica.

In questo periodo ad Ercolano furono scoperti resti umani, ossa e oggetti ben conservati. La maggior parte di loro si trova in capanne di pietra costiere dove le persone si nascondevano prima di tentare l’evacuazione via acqua.

Fino ad ora si credeva che la morte arrivasse a queste persone quasi senza sofferenza fisica (si può star certi che erano nel panico e psicologicamente era una vera agonia).

Foto del governo italiano.  /La donna morta ad Ercolano

Foto del governo italiano. /La donna morta ad Ercolano

Perché l’energia termica dell’eruzione del Vesuvio è stata 100.000 volte più forte di quella delle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki. In generale, fino ad ora gli scienziati credevano che un vulcano in eruzione improvvisa con un’enorme energia trasformasse le persone in gas: semplicemente evaporavano prima ancora che potessero rendersi conto di ciò che stava accadendo.

Be ‘quasi. Il Vesuvio non era nella stessa Ercolano. Il vulcano mostrava segni di una catastrofe imminente e tutta la sua energia catturò le persone che già fuggivano dalla città.

Ma ora un team di ricercatori ha esaminato più in dettaglio diversi campioni di costole dei 340 scheletri rinvenuti negli edifici in pietra di Ercolano. E lì ho trovato il collagene.

Direte che questo non è strano, perché il collagene è una delle più importanti proteine ​​di sostegno del materiale intercellulare.

Tuttavia, se queste persone fossero improvvisamente esposte a temperature comprese tra 300 e 500 gradi, il collagene semplicemente evaporerebbe. E ce ne sono molti qui.

Foto Wikipedia Commons.  // CC BY-SA 2.0/Scavi ad Ercolano

Foto Wikipedia Commons. // CC BY-SA 2.0/Scavi ad Ercolano

Non evaporarono: soffocarono in un’esplosione di fumo e ceneri tossiche. E poi furono sepolti sotto la massa di roccia calda eruttata dal vulcano. Un destino sinistro e senza via di scampo ha ucciso queste persone in modo lento e orribile.

Gli scienziati affermano che i campioni di collagene possono anche aiutare a esaminare la dieta e lo stile di vita dei romani: basta dare un’occhiata più da vicino alla composizione di questi composti.

Inoltre, dicono i ricercatori, questa temperatura avrebbe modificato la struttura cristallina delle ossa. Ma questo non è cambiato.

E per questo credono che gli abitanti di Ercolano, rannicchiati sotto gli archi di pietra degli edifici costieri, abbiano sofferto più di quanto si pensasse.

Cecilio Fiorentini

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