Stella del calcio italiano è morta tra le braccia della moglie: ‘L’ho lasciato andare’ | Gli sport

Paolo Rossi ha trascorso gli ultimi giorni della sua vita in un ospedale di Siena, dove era ricoverato dalla primavera scorsa.

È morto giovedì, davanti ai suoi cari, dopo aver capito che non c’era più speranza.

“Nel momento in cui ha lasciato il mondo, era tra le mie braccia. L’ho lasciato andare anche se non voleva andarsene. L’ho lasciato andare, dicendogli che mi sarei presa cura delle nostre figlie, che le avrei allevate come voleva lui, come volevamo entrambi. E se n’è andato“, – gazzetta.it riporta le parole di Federica Cappelletti ai giornalisti davanti all’ospedale di Siena.

La moglie della stella del calcio italiano ha detto che Rossi è morto dopo averlo rassicurato che aveva sofferto più di quanto potesse sopportare.

Il signor Rossi soffriva di una malattia incurabile ed è stato ricoverato in ospedale per quasi un anno.

Cappalleti ha pubblicato una foto dei due su Instagram e ha scritto: “Per Sempre” (italiano: “Per sempre”).

Ha ringraziato i medici che hanno curato suo marito e ha condiviso le sue delicate esperienze.

“È difficile parlare in questo momento, sono molto stanco. È stato un anno difficile, pieno di preoccupazioni diverse, molto legato a Paolo. Ho scoperto aspetti più intimi, personali, ho visto le sue debolezze e ho imparato di più su questo grande personalità, che ho avuto l’onore di sposare – ha detto la seconda moglie di P. Rossi, con la quale il calciatore ha cresciuto tre figli – Nonostante queste difficoltà ha comunque dimostrato voglia di vivere, coraggio e determinazione. Non ha voluto arrendersi su, cercava sempre di calmare me, le ragazze, tutti.

Foto Scanpix/Federica Cappelletti, moglie di Paolo Rossi

Paolo è sempre rimasto semplice, con lo stesso sorriso, la stessa voglia di aprirsi alle persone. Era molto amichevole. A volte dicevo che in certe situazioni faceva troppo, non abbiamo nemmeno più la privacy, ma lui era fatto così. Era amato moltissimo, moltissimo. E ora tutte le parole rispettose confermano ciò che sapevo. Ricordi di lui, del suo meraviglioso sorriso che me lo faceva amare, che condivideva con tutti. Sorrideva e voleva condividere la sua voglia di vivere, era la sua essenza. Era felice anche se passava il postino e lo ringraziava.”

Foto Scanpix/Paolo Rossi

Foto Scanpix/Paolo Rossi

Re della Coppa del Mondo

Paolo Rossi è diventato l’attaccante d’oro dell’Italia nel 1982.

Prima di quel Mondiale, non era sicuro di entrare nella squadra, poiché fu coinvolto nel famoso scandalo di partite truccate del 1980 noto come Totonero mentre rappresentava il Perugia. Sono state sanzionate otto squadre, due presidenti di società e 20 calciatori, tra cui P. Rossi, condannato a tre anni di squalifica, poi ridotti a due anni.

Poco prima dei Mondiali, P. Rossi si è unito alla Juventus Torino ed è riuscito a viaggiare con la nazionale italiana, il cui allenatore Enzo Bearzot ha promesso di accogliere l’attaccante se sarà pronto.

Inizialmente il P.Rossi non sembrava pronto. L’Italia ha faticato nella fase a gironi, pareggiando tutte e tre le partite contro Polonia, Perù e Camerun e segnando solo due gol. I giornalisti hanno descritto l’attaccante come “un fantasma che vaga senza meta per il campo”.

Tuttavia, nel secondo turno, l’Italia ha sconfitto l’Argentina, guidata da Diego Maradona, che stava difendendo il titolo di campione del mondo, 2-1, e i tre gol di P. Rossi hanno contribuito a sconfiggere il Brasile, considerato il favorito per il campionato, 3-2.

Foto Scanpix/Paolo Rossi

Foto Scanpix/Paolo Rossi

In semifinale P. Rossi ha segnato una doppietta battendo la Polonia e in finale ha contribuito con un altro gol al trionfo 3:1 sulla Germania Ovest.

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Foto “Scanpix”/Goal di Paolo Rossi contro la Germania Ovest nel 1982. nella finale del campionato del mondo.

Dopo aver segnato 6 gol (ha contribuito al 58% dei gol della Nazionale italiana nel torneo per un totale di gol e assist), è diventato il capocannoniere del campionato ed è stato scelto anche come miglior calciatore del campionato. Lo stesso anno riceve anche il prestigioso “Pallone d’Oro”, assegnato al miglior calciatore del pianeta.

Foto Scanpix/Paolo Rossi (secondo da destra)

Foto Scanpix/Paolo Rossi (secondo da destra)

L’Italia si innamorò con tutte le sue forze del suo eroe, dandogli i soprannomi Pablito e Torero.

Anche se non è particolarmente potente fisicamente, rimane un centrocampista veloce e tecnico, con uno spiccato senso delle occasioni da gol e di chi le sfrutta al meglio.

Foto Scanpix/Paolo Rossi

Foto Scanpix/Paolo Rossi

Il signor Rossi ha concluso la sua carriera nel 1987, quando aveva solo 31 anni.

Ha giocato quasi 400 partite nel campionato italiano, la maggior parte delle quali con la Juventus Torino. L’attaccante alto 178 cm ha segnato un totale di 154 gol per sei club del suo paese.

Ha segnato 20 gol in 48 partite con la Nazionale italiana e, dopo aver appeso le scarpette al chiodo, è diventato critico e commentatore della televisione italiana.

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Foto “Scanpix”/Paolo Rossi ha lavorato come commentatore televisivo.

Verrà sepolto sabato a Vicenza, dove venerdì pomeriggio potrà salutare i suoi tifosi.

“Ho avuto molta fortuna a poter stare con lui, a condividere la mia vita. Una personalità meravigliosa e unica che sapeva sempre vedere positività ovunque, anche dove le cose non sembravano positive – ha dichiarato la moglie di P. Rossi. – Una persona semplice che ha sempre saputo amare tutti. Mi ha insegnato a guardare il mondo in modo diverso, ad essere sempre positivo, a dare sempre una mano agli altri, ad essere sempre positivo e con il sorriso.”

Alfieri Mazzi

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