Il premio Nobel D. Fo muore all’età di 90 anni

Il drammaturgo e attore italiano Dario Fo, premio Nobel per la letteratura nel 1997 per la sua feroce satira che prendeva in giro la politica, le norme sociali e la religione italiana, è morto all’età di 90 anni, hanno riferito giovedì i media italiani.

D. Fo è morto giovedì mattina all’ospedale Sacco di Milano, ha detto all’Associated Press la portavoce Ida Mannelli.

Il primo ministro Matteo Renzi ha affermato che l’Italia ha perso uno dei principali protagonisti della cultura e della vita civile italiana.

“La sua satira, la sua analisi, la sua scenografia e la sua attività artistica lasceranno al mondo l’eredità di un grande italiano”, ha detto Renzi.

Questo designer di sinistra è noto soprattutto per i suoi pezzi Morte accidentale di un anarchico, Can’t we pay? E non pagheremo! (Non Si Paga! Non Si Paga!), e la sua opera del 1969 “Comic Mystery” (Mistero buffo) hanno ricevuto recensioni estremamente controverse.

L’autore di oltre 70 opere teatrali vedeva se stesso come un personaggio che interpretava il ruolo di un burlone e combinava umorismo sporco e satira pungente. Era allo stesso tempo ammirato e irritato.

Fu bandito dagli Stati Uniti a causa delle sue attività politiche, censurato dalla televisione italiana e arrestato più volte per il suo stravagante consumo artistico.

Figlio di un ferroviere e di una contadina, D. Fo viene introdotto giovanissimo alla tradizione della narrazione dal nonno, famoso narratore. Dario ha studiato pittura e architettura alla prestigiosa Accademia di Brera a Milano. All’età di 25 anni inizia a scrivere e ad eseguire programmi di cabaret satirico al Piccolo Teatro di Milano.

D. Fo, che aderiva a visioni strettamente di sinistra, fondò una compagnia teatrale con la moglie, la defunta attrice Franca Rame, che in seguito fu senatrice. F. Rame è morto nel 2013 all’età di 84 anni.

La coppia ha fatto carriera prendendo in giro l’Italia del dopoguerra, dal terrorismo interno della fine degli anni ’80 agli aspri dibattiti su aborto e divorzio fino allo scandalo di corruzione politica dei primi anni ’90. e uomini d’affari.

Affrontando temi come la guerra del Vietnam, la rivoluzione cinese e le rivolte studentesche in Occidente, Fo e Rame hanno preso il loro lavoro dai teatri “borghesi” e li hanno proiettati nelle strade, nelle piazze, nelle fabbriche affollate e nei tendoni in stile circense.

I vescovi italiani sono esplosi con le vaghe interpretazioni della fede cattolica di D. Fo. Una delle sue opere più famose, The Comic Mystery, prende in giro la Chiesa raffigurando Gesù che trasforma l’acqua in vino come favore a sua madre.

Questo spettacolo personale è stato visto da circa un milione di persone durante il suo tour italiano di 18 mesi tra il 1968 e il 1970.

D. Fo è stato insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1997. Una dichiarazione dell’Accademia svedese afferma che Fo era uno scrittore “che imita i giullari del Medioevo, deridendo l’autorità e difendendo la dignità degli oppressi”. Gli ospiti che hanno assistito alla sua conferenza a Stoccolma in occasione della cerimonia di premiazione sono rimasti sorpresi quando hanno aperto il testo della conferenza: invece di pensieri accuratamente formulati e scritti, hanno trovato 25 pagine di disegni dai colori vivaci, tra cui erano scarabocchiate parole casuali , tra cui: “La provocazione…l’ignoranza dei nostri tempi”.

Nonostante abbia attirato le ire del Vaticano, Fo si è trovato almeno una volta dalla stessa parte delle barricate della Chiesa cattolica: nel 2000, ha cercato attivamente, ma senza successo, di impedire l’esecuzione dell’italo-americano Rocco Derek Barnabei nel 2000.Virginia.

D. Fo ha promesso di devolvere parte dei proventi della sua attività teatrale alla lotta per l’abolizione della pena di morte in tutto il mondo.

Anche se la coppia marito-moglie a volte ignorava il percorso del teatro borghese, la stessa borghesia fece sì che le loro opere diventassero un enorme successo.

La stessa cosa è accaduta con la parodia di D. Fo del 2003 (“L’anomalia a due teste”) sull’allora primo ministro italiano Silvio Berlusconi. Lo spettacolo, rappresentato in uno dei più importanti teatri di Roma e immaginato da molti, affrontava il conflitto di interessi posto dallo status del primo ministro come l’uomo più ricco d’Italia.

Lo spettacolo poneva una domanda interessante: cosa accadrebbe se metà del cervello del presidente russo Vladimir Putin fosse sostituito con metà di quello di Berlusconi? L’articolo prefigurava anche un evento reale della vita di Berlusconi: il suo divorzio dalla seconda moglie a causa degli scandali sessuali che lo avevano coinvolto.

Anche se Fo si è fatto beffe delle debolezze dei politici, la sua incursione in politica si è conclusa con un fallimento. Nel 2006 perse le elezioni primarie del partito e non riuscì a diventare il candidato del centrosinistra a sindaco di Milano.

D. Fo e F. Rame ebbero un figlio, Jacopo Fo, che divenne scrittore.


Giorgia Marotta

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