È morto il celebre cineasta neorealista italiano

Il regista neorealista italiano Francesco Rosi, i cui film crudi fornivano una prospettiva sociale sul mondo sotterraneo del crimine e della corruzione del Paese, è morto sabato a Roma all’età di 92 anni, hanno detto i funzionari.

Il quotidiano italiano “Corriere della Sera” ha riferito che F. Rosi soffriva di bronchite ed è morto nel sonno.

Il futuro regista nacque il 15 novembre 1922 in una famiglia borghese di Napoli, dove la mafia e la corruzione prosperarono a lungo. F. Rosi ha studiato giurisprudenza, ma poi si è rivolto al mondo dello spettacolo. Inizia lavorando in teatro, poi si innamora del cinema e diventa allievo del regista Luchino Visconti.

“Con Rossi abbiamo perso un maestro, una figura culturale, un occhio attento e dedito alla società civile”, ha detto il sindaco di Roma Ignazio Marino.

Alcuni dei migliori film di Rossi, ispirati ai registi neorealisti italiani del dopoguerra, raccontano storie di persone reali i cui personaggi si ritrovano intrappolati nel mondo del potere e nell’ombra di una rete che alla fine li porta alla rovina.

Ad esempio, il suo film del 1962 “Salvatore Giuliano” racconta la storia di un eccentrico gangster siciliano ucciso nel 1950 dalla polizia o da un altro delinquente. “Il caso Mattei” (Il Caso Mattei, 1972) racconta la storia del magnate del petrolio Enrico Mattei, morto in un misterioso incidente aereo nel 1962.

“Matej byla” vinse il primo premio al Festival di Cannes nel 1972. F. Rossi vinse anche il “Leone d’Oro” alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1963 per il film “Le mani sulla città” (Le mani sulla città). dramma sulla corruzione dei politici nella Napoli del dopoguerra.

All’inizio di “Le mani sulla città”, F. Rossi espone sullo schermo il suo credo cinematografico: le parole appaiono sopra un’immagine panoramica della città: “I personaggi e i fatti di questa storia sono fittizi, ma le questioni sociali e gli effetti ambientali che li creano sono reali.

Questo film aveva come protagonista l’attore americano Rod Steiger, mentre Sophia Loren e Omar Sharif furono co-protagonisti nel film di Rossi del 1967, Più di un miracolo (C’era una volta), in una storia romantica che si distingue dalle altre opere più serie di questo regista .

I film politicamente carichi di F. Rossi suscitarono scalpore in Italia negli anni ’80, quando il paese era piagato dalla violenza di sinistra e di destra, e il periodo fu soprannominato “L’anno di piombo”.

Nel 2012 F. Rossi vince il suo secondo Leone d’Oro a Venezia per tutta la sua carriera cinematografica.

“Il suo lavoro ha influenzato generazioni di registi in tutto il mondo attraverso il suo metodo, stile, acutezza morale e capacità di portare sullo schermo temi sociali delicati”, ha affermato Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra del Cinema di Venezia, parlando di F. Rosi alla tempo. .


Giorgia Marotta

"Giocatore. Imprenditore orgoglioso. Appassionato di pancetta incurabile. Specialista di zombi. Appassionato di TV."

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *