Una donna lituana che lavorava come cliente nei bar italiani: una questione di “clienti”, lavoro fino all’alba e una ricompensa considerevole

Volevo provare qualcosa di nuovo

A quel tempo, Renata studiava in un’università in Lituania, conosceva chiaramente i suoi obiettivi di carriera, ma con l’avvicinarsi dell’estate, decise di andare da qualche parte per guadagnare soldi e divertirsi. “A quel tempo era molto comune andare all’estero per l’estate. Alcuni andavano a raccogliere fragole in Spagna, altri andavano negli Stati Uniti e altri ancora andavano a piegare la schiena in Gran Bretagna. C’era molto da scegliere, ma Non volevo partire per molto. I miei amici mi hanno suggerito di provare a lavorare in Italia. Avevano già lavorato lì, dicevano che non lavori troppo, guadagni un sacco di soldi e ti diverti. “Avevo già sentito parlare delle attività di consumo, avevo letto che le ragazze andavano a lavorare in Giappone o in altri paesi, ma non ci avevo mai pensato seriamente”, ha detto la ragazza.

A quel tempo Renata non parlava italiano, ma l’offerta di trascorrere l’estate in un paese soleggiato l’ha colpita, così dopo aver terminato gli studi, ha fatto le valigie ed è partita velocemente. Ha dovuto pagare lei stessa il viaggio e lei e la sua amica sono già state accolte lì dal personale del club. “Il nostro locale era in un piccolo paese italiano, direi addirittura in un villaggio. Una volta arrivati, ci hanno portato nell’appartamento. Era ben arredato, abbastanza grande. Vivevano insieme diverse altre ragazze. Ci siamo conosciute. La sera che abbiamo trascorso per prepararci per il lavoro. Dovevamo essere al club alle 22. Il lavoro finiva verso le 17.00 del mattino. Per una notte il club ha pagato 50-70 euro, dipende dal club, perché poi ho cambiato club più volte. i requisiti erano semplici: trucco, capelli, una regola: niente pantaloni, solo gonne o vestiti. 22 ore fa un autobus è venuto a prenderci. E’ “È strano che l’autobus stesse andando, perché dovevi anche tenere la porta per evitare che si apra”, ricorda Renata.

Edda Padovesi

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