Un tempio in un villaggio italiano con una storia interessante è il sogno di uno scultore che si avvera

Questo tempio bianco puro di dimensioni sorprendenti e geometria precisa adorna il piccolo e apparentemente insignificante Posanjo (il. Posagno) città situata a circa 60 chilometri da Venezia.

Tuttavia, questa città non così presentabile, dove vivono solo circa 2.000 persone. persone, hanno qualcosa di cui vantarsi. È la casa natale di Antonio Canova, uno dei più famosi scultori neoclassici.

Ebbene, l’imponente tempio porta il suo nome Tempio Canoviano, o il Tempio del Canova. È stato progettato e costruito dall’amore per la città natale, dall’ispirazione creativa e da un po’ di orgoglio e ambizione offesa.

Foto di Gabija Lebednykaite/Tempio Canoviano

La storia è la seguente: il famoso scultore espresse il desiderio di essere sepolto nel Pantheon di Roma dopo la sua morte, ma la sua richiesta fu respinta. Così A. Canova decise di costruire lui stesso un tempio non inferiore, un tempio che incarnasse la sua visione di un perfetto edificio neoclassico e riflettesse i raffinati principi di questo stile.

L’idea ha funzionato perfettamente. Lo scultore ha scelto il suo nativo Posanjo per il progetto e quindi ha ucciso due piccioni con una fava: ha lasciato un monumento alla sua terra natale e si è costruito un mausoleo monumentale.

A. Canova non ha risparmiato denaro per questo progetto: ha finanziato il magnifico edificio con i propri fondi.

A proposito, il tempio è più di una copia diretta del Pantheon.

Infatti, intreccia sapientemente tre diverse epoche dell’architettura: le dimensioni del portico corrispondono rigorosamente alle proporzioni classiche dell’architettura greca, la rotonda è circondata da una cupola in stile romanico, e la terza – più – dell’edificio – il tipico abside di architettura paleocristiana.

Con una tale sintesi di stili, A. Canova ha cercato di enfatizzare “l’anima” dell’architettura neoclassica e di fornire orientamenti culturali che dovrebbero essere seguiti dagli architetti.

L’artista morì nel 1822, quando erano appena iniziati i lavori di costruzione del santuario. Il fratellastro Giovanni Battista Sartori subentrò ai lavori di costruzione. Successivamente l’edificio fu leggermente modificato da altri artisti. Come volle, nel suo tempio fu sepolto A. Canova.

Oggi, in piedi su una collina e che si erge da lontano, il tempio colpisce non solo per la sua perfetta geometria, ma anche per il suo contrasto con la città relativamente sgradevole che, a parte questo monumento e questo museo, non avrebbe nient’altro da visitare.

Naturalmente, ci sono i vigneti circostanti e il cielo azzurro, che rende il tempio ancora più suggestivo. Se sei interessato all’architettura e alla storia dell’arte, vale la pena fermarsi quando visiti il ​​nord Italia: l’ambizione del famoso scultore lascia davvero un’impressione.

Il Tempio di A. Canova è visitabile gratuitamente, ma l’orario di lavoro è limitato, quindi è meglio controllare in anticipo gli orari.

Calvino Bianchi

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