Tornano i pranzi di Natale di beneficenza in 29 carceri italiane

Gli chef professionisti partecipanti all’iniziativa si sono alternati in cucina con detenuti, personaggi dello spettacolo e dello sport, camerieri e altri 1.200 volontari.

Il 20 dicembre la decima edizione dell’iniziativa Prison Fellowship Italia con il movimento “Rinnovamento nello Spirito Santo” e il Ministero della Giustizia. ha regalato momenti di gioia a 4mila detenuti, uomini e donne. Gli chef professionisti partecipanti all’iniziativa si sono alternati in cucina con detenuti, personaggi dello spettacolo e dello sport, camerieri e altri 1.200 volontari. nel 2014 l’autore dell’iniziativa è lo chef Filippo La Mantia, incarcerato per errore in gioventù. Quest’anno hanno aderito all’iniziativa 29 istituti penitenziari.

Il 20 dicembre squadre di chef stellati hanno visitato le carceri insieme a illustri rappresentanti del mondo dell’arte, dello sport e dello spettacolo, che hanno offerto ai detenuti uno speciale pranzo di Natale.

Alcune ore di gioia sono state offerte ai detenuti, oltre 4.000 persone, e ai loro familiari dalle carceri aderenti all’iniziativa, tra cui il carcere di Rebibbia di Roma (sezione femminile), l’Opera di Milano, Torino, Alessandria, Aosta, Napoli e molti altri.

Più di 40 famosi chef, maestri dell’alta cucina italiana, hanno deciso di condividere la loro arte e le loro abilità culinarie con i detenuti, supportati da 1.200 volontari. «Un errore è un errore, un delitto resta un reato, ma la dignità umana resta inviolabile», ricorda Marcella Reni, presidente di Prison Fellowship Italia, che sottolinea come questo pranzo, dove il primo serve l’ultimo, vuole sottolineare la dignità che nessuno può portare via.

La novità di questo decimo evento è il contributo economico del liceo, la somma di mille euro è stata raccolta e donata per coprire parte delle spese del pranzo nella Regione Calabria. Per la prima volta, in un carcere torinese verrà servito un pranzo di Natale anche ai detenuti che hanno commesso reati sessuali, solitamente trattenuti in spazi isolati. Durante il tour farà la sua prima apparizione Stardust, gruppo musicale nato dal progetto Music That Sounds Inside creato con i detenuti. Nella sezione femminile del carcere di Teram c’è una giornalista per le detenute, con l’aiuto di case editrici, libri regalo e riviste. A Bologna lo chef Filippo La Mantia, in collaborazione con Andrea Segrè, docente di Economia circolare e politiche di sviluppo sostenibile all’Università di Bologna, prepara un pranzo a base di cibo sostenibile.

Anche Filippo La Mantia, proprietario siciliano di un noto ristorante di Milano, ha raccontato ai media vaticani la sua storia di come un giovane fotoreporter della polizia è diventato chef. Sono stati sparati dei colpi dall’appartamento palermitano dove il giovane fotografo era l’ultimo residente registrato, uccidendo il poliziotto. Nonostante avesse lasciato l’appartamento otto mesi fa, il 26enne è stato arrestato nella città di Palermo, piena di criminalità, e ha trascorso sei mesi in prigione prima che l’errore fosse scoperto. Ha detto che i ricordi degli odori della cucina dei suoi genitori e dei pacchi di cibo, che ha preparato per sé e per i suoi compagni di cella fino a Natale, quando è stato rilasciato, gli hanno dato forza in prigione. Inizia così una nuova vita da chef. È diventato anche l’autore di questa iniziativa del pranzo di Natale per i detenuti.

Foto DŽ/Vatican News.

Calvino Bianchi

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