Risorsa sanitaria italiana

Ai piedi della città etrusca di Cerveteri, in provincia di Roma, ci sono uliveti. L’azienda agricola “Casale Cento Corvi” è situata tra ulivi secolari, circondata dagli Appennini da un lato e dal Mar Tirreno dall’altro.

Il 16 ottobre qui venivano raccolte le olive e veniva spremuto l’olio nuovo, che gli italiani chiamano “Olio Novello”. Ogni anno questo giorno diventa festivo, le persone si riuniscono presso l’azienda agricola per rendere omaggio al profumato prodotto appena estratto.

La festa dell’olio è anche un’occasione per incontrarsi con gli amici, per degustare insieme questo prodotto denso, profumato e appena franto. Presso l’azienda agricola Casale Cento Corvi l’olio viene gustato come bevanda rituale sacra. Su un pezzo di pane si mette una goccia d’olio.

È qui che l’olio viene degustato da specialisti: con occhi, naso e bocca, come il vino. L’olio versato nel bicchiere si tiene tra le mani per scaldarlo ed esaltarne l’aroma. Il liquido verde viene poi sorseggiato da un bicchiere per valutarne lo spessore e la limpidezza.

Gli assaggiatori apprezzano gli aromi di un campo appena falciato, di erba, frutta e verdura. L’odore dell’olio dipende da quanto tempo sono state raccolte le olive. Più veloce è, più forte sarà l’aroma.

Gli italiani preferiscono un olio più colorato e piccante. Pertanto, guardando un gruppo di assaggiatori, non sorprende che tossino durante l’assaggio dell’olio: il sapore acre irrita il palato.

L’intensità dell’amarezza è determinata dalla maturità delle olive. I frutti maturi hanno un sapore più delicato, quindi l’agricoltore li raccoglie più tardi per l’esportazione. L’olio ricavato dalle olive precedentemente raccolte sarà destinato agli intenditori di gastronomia.

Durante le festività il prezzo di una bottiglia di olio è di 6-7 euro. Il giorno della première dell’oro liquido, la fattoria offre ai suoi ospiti la degustazione di una bistecca di selvaggina al sangue, ovviamente versata con olio aromatico verde brillante.

Il titolare dell’azienda agricola Casale Cento Corvi, Fiorenzo Collacciani, è un simpatico uomo di 73 anni. È cresciuto tra gli ulivi delle colline etrusche.

Energico ed eloquente, F. Collacciani ha affermato di non aver mai consultato un medico e che nessuno lo costringerebbe ad assumere farmaci. Come in un incantesimo, il contadino ripete la parola “prevenire” (prevenire). Questo gli è stato instillato dai suoi bisnonni, nonni e genitori, che non sapevano nulla di alimentazione sana o medicina, ma che avevano tutti raggiunto un’età rispettabile.

Il signor Fiorenzo dice che nessuno nella sua famiglia è rimasto un giorno senza petrolio. Mia nonna mi versava ogni mattina un cucchiaio di olio puro e mi diceva di berlo con acqua.

Questa è la ragione della longevità della nostra nazione. Niente verdure in scatola, niente cibo in bottiglia o in scatola. Tutto deve essere raccolto e pronto oggi. E, naturalmente, condito con olio d’oliva. Pulisce i vasi sanguigni, previene il cancro. Non ci credi ? Prova ad applicare olio d’oliva fresco sulla ferita. Sarai guarito senza alcuna medicina.

Gli italiani seguono attentamente il tempo di freschezza dell’olio indicato in etichetta. L’esperienza delle bisnonne dice che l’olio aperto dovrebbe essere consumato entro quattro giorni. E assicurati di conservare in un luogo buio a temperatura ambiente.

Pertanto, non arrabbiatevi con l’olio che avete stappato un mese fa e versato di tanto in tanto sull’insalata: non ha più proprietà nutritive. È semplicemente grasso, indipendentemente dal prezzo della bottiglia.

L’olio più sano è l’Olio Novello, il succo delle bacche appena raccolte.

Le donne sono le partecipanti più attive alla celebrazione. Ma a loro non interessa solo il gusto dell’olio. Quest’anno l’azienda agricola Casale Cento Corvi propone anche prodotti cosmetici per donna: creme, lozioni, prodotti per capelli a base di Olio Novello.

Guardo i giovani italiani che si versano olio sui palmi delle mani, si ungono il viso e le mani. La duchessa Bona Sforza, che nel XVI secolo portò cosmetici in Lituania dall’Italia, si prendeva cura della sua pelle allo stesso modo.

Durante la festa si svolgono anche riti rituali di venerazione dell’olivo. Similmente ai tempi dei romani, viene selezionato l’olivo più antico della fattoria.

Nella mitologia greca l’olivo è venerato perché sotto di esso nacquero gli dei dell’antico pantheon, Apollo e Artemide. I capi dell’Impero Romano erano soliti annunciare un nuovo periodo di pace (“Pax Romana”) decorando il proprio capo con un ramoscello d’ulivo. E quando raccoglievano tributi dalla gente del posto, chiedevano prima l’olio d’oliva.

Presso l’azienda agricola “Casale Cento Corvi” è possibile assistere ad uno spettacolo intriso dello spirito dell’Antichità. Anche chi si è imbattuto nella celebrazione capisce perché il liquido verde non solo è diventato un simbolo di benessere, sazietà e vita sana italiana, ma ha anche suscitato l’interesse della mafia. Perché è la salute della nazione.

I contadini palermitani, non potendo più difendersi dalla richiesta mafiosa di rifornirli di oro liquido, decisero di premiare le aziende petrolifere che resistettero alla pressione mafiosa con un contrassegno speciale: l’etichetta rossa “No pizzo” (“No al racchetta”).

Edda Padovesi

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