L’Italia si ritira dall’iniziativa cinese Belt and Road

Per quattro anni è stato l’unico paese del G7 a firmare questo piano.

Secondo il quotidiano italiano Corriere della Sera, che per primo ha riportato la notizia, Pechino sarebbe stata informata della decisione tre giorni fa.

Tuttavia, da entrambe le parti non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale.

Una fonte del governo italiano ha confermato all’AFP che Roma si era ritirata, ma non ha fornito ulteriori dettagli, affermando che l’intenzione era di mantenere aperte le strade per il dialogo politico.

Prima di salire al potere l’anno scorso, il primo ministro Giorgia Meloni aveva affermato che la decisione del precedente governo di aderire all’iniziativa nel 2019 era stata un “grave errore”.

I critici hanno condannato il piano di investimenti, sostenendo che si tratta di un cavallo di Troia destinato a rafforzare l’influenza politica di Pechino, con benefici limitati per Roma.

L’accordo sarà rinnovato automaticamente nel marzo 2024, a meno che l’Italia non si ritiri prima della fine di quest’anno.

Ma Roma ha evitato di provocare Pechino e di rischiare ritorsioni contro le aziende italiane.

Al vertice del G20 a Nuova Delhi a settembre, Meloni ha detto ai giornalisti che se Roma si fosse ritirata dal progetto, ciò non avrebbe danneggiato le relazioni con la Cina.

2 trilioni di dollari

Pechino afferma che l’iniziativa, forse il progetto geopolitico più importante del presidente Xi Jinping, è stata firmata da più di 150 paesi, dall’Uruguay allo Sri Lanka.

Secondo lui, in tutto il mondo sono stati firmati più di 2.000 miliardi. contratti del valore di diversi dollari: per linee ferroviarie ad alta velocità che attraversano il sud-est asiatico e massicci lavori di trasporto, energia e infrastrutture in Asia centrale.

I sostenitori dell’iniziativa sono entusiasti del fatto che porterà risorse e stimolerà la crescita economica nel Sud del mondo. Ma i critici accusano da tempo la Cina di attirare i paesi a basso reddito in una trappola del debito offrendo loro enormi prestiti che sono troppo costosi per loro.

Inoltre, le società cinesi di infrastrutture si sono affermate in molte economie emergenti.

I paesi occidentali in particolare temono che la Cina stia cercando di rimodellare l’ordine mondiale a suo favore, e anche le voci critiche nei paesi che partecipano all’iniziativa condannano quella che vedono come la crescente influenza della Cina nella politica locale.

Nel frattempo, Washington ha avvertito che la Cina potrebbe usare l’iniziativa come pretesto per costruire basi militari in tutto il mondo con il pretesto di proteggere i propri investimenti.

Beneficio limitato

L’Italia, che è membro dell’Unione Europea, del gruppo G7 delle economie avanzate e della NATO, ha firmato l’accordo nel 2019 sotto il governo dell’ex Primo Ministro Giuseppe Conte.

Il memorandum d’intesa non vincolante con la Cina prevedeva ampi impegni di cooperazione nei settori della logistica, delle infrastrutture, della finanza e dell’ambiente.

Ma i dettagli erano scarsi e la mancanza di trasparenza ha alimentato la sfiducia tra gli alleati dell’Italia.

Inoltre, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha affermato a settembre che la Belt and Road Initiative “non ha prodotto i risultati attesi”.

Gli esperti hanno notato che altre grandi economie europee, come Germania e Francia, non hanno aderito all’iniziativa Belt and Road, ma hanno comunque importanti accordi commerciali e di investimento.

Edda Padovesi

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