La Sindone di Torino non è un falso, ma la vera tomba di Cristo

Pochi giorni prima di Natale, gli scienziati italiani hanno annunciato che una delle reliquie più venerate e tuttavia enigmatiche del cristianesimo, la Sindone di Torino, non era un falso medievale. Questa potrebbe essere la vera tomba di Cristo, secondo telegraph.co.uk.

Scienziati italiani hanno condotto una serie di studi sofisticati che, secondo loro, dimostrerebbero che i segni sulla Sindone – presumibilmente lasciati dall’impronta del corpo di Cristo – non potrebbero essere stati forgiati dalla tecnologia medievale.

I risultati di questo studio sono un regalo anticipato di Natale per chi crede nell’autenticità della Sindone, ma molti continuano a dubitare che il telo brunastro lungo 14 piedi (più di 4 metri) rappresenti la crocifissione di Cristo, avvenuta più di 40 anni fa. duemila anni fa.

Gli scettici spiegano da tempo che la Sindone di Torino è solo un falso medievale. Nel 1988, questa reliquia cristiana fu studiata da tre diversi laboratori indipendenti: a Oxford, in Arizona e a Zurigo. Tutte le loro risposte coincidevano: la sindone fu tessuta tra 1260 e 1390 anni fa. Questi studi hanno però acceso il dibattito: si dice che i dati potrebbero essere stati falsati dal fatto che la reliquia danneggiata da un incendio nel Medioevo fu restaurata.

L’ultimo studio degli scienziati italiani è l’ultimo intrigante pezzo di un puzzle che incuriosisce gli scienziati da secoli ed è stato oggetto di numerosi studi, libri e documentari.

“La doppia immagine di un uomo frustato e crocifisso (fronte e retro), appena visibile sul telo di lino della Sindone di Torino, è così particolare in senso fisico e chimico che è impossibile estrarla in laboratorio”, dicono gli esperti. dell’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile.

I ricercatori hanno tentato di “individuare i processi fisici e chimici che potrebbero produrre un colore simile al colore dell’immagine della Sindone”. Hanno concluso che l’esatta tonalità, consistenza e luminosità dei segni lasciati sul tessuto potevano essere estratte solo utilizzando laser ultravioletti. Naturalmente questa tecnologia non esisteva ancora nel Medioevo. Gli scienziati hanno utilizzato impulsi estremamente brevi di luce ultravioletta per replicare le macchie lasciate sulle tombe.

Gli esperti affermano che l’immagine dell’uomo barbuto potrebbe essere stata creata da “qualche forma di energia elettromagnetica (come un lampo di luce a onde corte)”. Sebbene gli scienziati non abbiano proposto una spiegazione non scientifica per questo fenomeno, i risultati del loro studio saranno utili a coloro che credono che le macchie lasciate sulla Sindone siano apparse al momento della risurrezione di Cristo.

“Non arriviamo a questa conclusione, stiamo solo mettendo insieme i dettagli di uno straordinario e complesso puzzle scientifico”, scrivono i ricercatori italiani nel loro rapporto.

Cecilio Fiorentini

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