Il Vaticano vuole che l’Italia non approvi una legge contro l’omofobia

Il Vaticano ha emesso quella che definisce un’obiezione diplomatica ufficiale “senza precedenti” al disegno di legge italiano anti-omofobia, ha riferito martedì il Corriere della Sera.

La cosiddetta legge Zano, attualmente all’esame del parlamento italiano, mira a punire la discriminazione e l’incitamento alla violenza contro le persone LGBT e con disabilità.

Come scrive il Corriere della Sera, il Vaticano afferma in una lettera ufficiale che questo disegno di legge viola il Concordato, un accordo speciale tra il Vaticano e l’Italia.

“Si tratta di un atto senza precedenti nella storia delle relazioni tra i due Stati, perlomeno non esiste alcun precedente pubblico”, constata il quotidiano.

Secondo lui, il ministro degli Esteri di Papa Francesco, di fatto l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ha consegnato la lettera – nota verbale – all’ambasciata italiana in Vaticano il 17 giugno.

Nella lettera si afferma che la legge Zahn violerebbe il Concordato limitando la libertà di credo e di espressione dei cattolici.

Non ci sarebbe infatti alcuna deroga per le scuole cattoliche che dovrebbero partecipare ad una nuova giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia.

La lettera esprime anche preoccupazione per il fatto che i cattolici possano dover affrontare azioni legali in futuro per aver espresso opinioni contrarie ai diritti LGBTI.

Il giornale sottolinea che, sebbene il Vaticano “mai prima” abbia intrapreso un’azione del genere contro le leggi italiane, ha il diritto di farlo in base al Concordato.

Né il Vaticano né il Ministero degli Esteri italiano hanno risposto alle richieste di commento sull’articolo del Corriere della Sera, pubblicato quattro giorni prima della parata gay di quest’anno a Roma.

La legge Zahn è stata approvata dalla camera bassa del parlamento a novembre, ma la sua approvazione finale è lungi dall’essere garantita poiché deve affrontare una forte opposizione al Senato da parte dei partiti di destra.

Adalberto Russo

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