Il premier italiano G. Meloni ha citato in giudizio il leader dei “Placebo” B. Molko: furioso per lo spettacolo sul palco

Il frontman dei Placebo, Brian Molko, è stato citato in giudizio dal primo ministro italiano Giorgia Meloni per diffamazione sui commenti che ha fatto durante un concerto a Torino il mese scorso.

I video rilasciati mostrano Brian Molko che descrive il Primo Ministro Giorgia Meloni in italiano come “merda fascista, razzista” prima di dire “vaffanculo” davanti a 10.000 fan al festival di Sonic Park.

Poco dopo, la Procura di Torino ha aperto un’inchiesta su B. Molko. G. Meloni non ha ancora commentato la querela, riporta il portale NME.

Meloni è il leader del partito Fratelli d’Italia, che ha radici neofasciste e ha guidato il governo di destra italiano dai tempi di Benito Mussolini durante la seconda guerra mondiale. Ha vinto le elezioni dello scorso anno, correndo con politiche anti-immigrazione e piani per limitare i diritti LGBTQ.

Meloni ha anche affermato di voler concentrarsi sui “valori tradizionali della famiglia cristiana”, prevenire l’aborto, rinegoziare i trattati dell’UE, tagliare le tasse e garantire che le coppie dello stesso sesso non abbiano diritti di maternità surrogata o di adozione.

Il codice penale italiano prevede multe da 1.000 a 5.000 euro per chi “diffama pubblicamente la repubblica”, ovvero governo, parlamento, tribunali ed esercito.

Secondo la legge italiana, alcuni casi di diffamazione possono essere considerati penali e punibili con la reclusione.

NME rivolto alla squadra di Meloni. I rappresentanti di B. Molko hanno rifiutato di fornire ulteriori commenti in questo momento.

Durante un recente concerto dei Placebo alla 3Arena di Dublino il 26 giugno, Molko ha maledetto un certo numero di clienti che stavano usando i loro telefoni per registrare lo spettacolo invece di vivere il momento.

La band aveva precedentemente condiviso una richiesta sui social media affinché i visitatori non usassero i loro telefoni durante i loro concerti. Molko ha interrotto lo spettacolo durante “Hugz”, la quarta canzone del loro set, per ricordare ai fan il divieto dei telefoni.

Adalberto Russo

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