Il Papa: L’imperialismo non si basa su un’autentica cultura, ma su un’ideologia

Papa Francesco durante una conferenza stampa sull’aereo di ritorno da un viaggio in Mongolia nel 2024. 4 settembre Foto di EPA-EFE/CIRO FUSCO

Inevitabile, durante la conferenza stampa sull’aereo da Ulan Bator a Roma, la questione delle tanto commentate parole del Papa ai giovani cattolici russi. Francesco ha riconosciuto che forse sarebbe stato meglio non citare alcuni personaggi della storia russa, ma ha ribadito che i giovani dovrebbero ispirarsi alla cultura della propria nazione. Il Papa ha condannato anche l’imperialismo, la cui base non è l’autentica cultura della nazione, ma l’ideologia.

Una domanda del corrispondente dell’agenzia italiana ANSA: “Santità, le sue recenti parole ai giovani cattolici russi sull’eredità della “grande Madre Russia”, personalità come Pietro il Grande e Caterina II, hanno suscitato molte discussioni. Queste Queste dichiarazioni, che hanno indignato gli ucraini, hanno avuto conseguenze anche in campo diplomatico e sono state percepite quasi come un’esaltazione dell’imperialismo russo, addirittura come un’approvazione della politica di Putin. Quindi vorrei chiederle: perché ha visto la necessità di parlare in questo modo? , avete pensato alle conseguenze di queste parole, ripetete queste parole? Potete dirmi anche per chiarezza, cosa pensate dell’imperialismo e dell’imperialismo russo in particolare?

La risposta di Papa Francesco: «Partiamo dal contesto in cui è stato detto: durante un colloquio con i giovani russi. Al termine della conversazione ho inviato loro un messaggio che ripeto spesso: assumetevi la responsabilità del vostro patrimonio. Prima cosa: assumiti la responsabilità del tuo patrimonio. Dico la stessa cosa ovunque. Con questa immagine cerco di favorire il dialogo tra nonni e nipoti: lasciamo che siano i nipoti a prendere in mano l’eredità. Lo dico ovunque e questo era il mio messaggio.

Il secondo passo è specificare chiaramente di quale patrimonio stiamo parlando. E in effetti stavo parlando dell’idea di una Russia più grande, perché il patrimonio della Russia è molto buono, bello. Pensiamo alla musica, alla letteratura, fino a Dostoevskij, che ci parla oggi di un umanesimo maturo. Questo umanesimo si è sviluppato nell’arte e nella letteratura. Era il secondo livello in materia di eredità.

La terza cosa, forse non molto felice, parlando della grande Russia, forse non tanto dal punto di vista geografico, ma culturale, mi sono ricordato di cosa ci hanno insegnato a scuola: Pietro I, Caterina II. È così che è nato questo terzo elemento, cosa forse non del tutto esatta. Non lo so. Lasciamo che siano gli storici a raccontarlo. Questa aggiunta mi è venuta in mente perché l’ho imparata a scuola.

Ho detto ai giovani russi che dovete prendervi cura della vostra eredità, accettarla, il che significa che non dovete comprarla altrove. Abbraccia la tua eredità. E qual è l’eredità russa? La cultura russa è molto bella, molto profonda e non dovrebbe essere cancellata a causa di questioni politiche. Ci sono stati anni bui in Russia, ma l’eredità è rimasta la stessa, a portata di mano.

Fai domande anche sull’imperialismo. Quando parlavo ai giovani non pensavo all’imperialismo, parlavo di cultura, e la trasmissione della cultura non è mai imperialista, mai. È pur sempre un dialogo, ed è esattamente ciò di cui stavo parlando. È vero che ci sono imperialismi che vogliono imporre la loro ideologia. Dirò semplicemente questo: quando la cultura viene distillata e trasformata in ideologia, il risultato è un veleno. Si tratta di cultura, ma distillata, trasformata in ideologia. È necessario distinguere quando si tratta della cultura di una nazione e quando si tratta di un’ideologia che nasce per colpa di un filosofo o di un politico di questa nazione. Lo dico a tutti, anche alla Chiesa. Spesso nella Chiesa si introducono anche ideologie, che la separano dalla vita, che sale dalle radici verso l’alto; separano la Chiesa dall’azione dello Spirito Santo.

L’ideologia non può essere incarnata perché è solo un’idea. Tuttavia, se l’ideologia prevale e diventa politica, di solito porta alla dittatura. Diventa incapace di parlare, di convivere con altre culture. Questo è ciò che fa l’imperialismo. L’imperialismo si consolida sempre sulla base dell’ideologia. Allo stesso modo, nella Chiesa, bisogna distinguere tra insegnamento e ideologia: il vero insegnamento non è mai ideologico; è radicato nel santo popolo credente di Dio, e l’ideologia è distaccata dalla realtà, distaccata dalla gente… Non so se ho risposto alla tua domanda.

Nella lunga conferenza stampa di Papa Francesco sull’aereo da Ulan Bator a Roma, si è parlato molto anche della visita in Mongolia. Il Papa ha detto che è stata davvero una grande gioia per lui visitare la piccola comunità cattolica del Paese. Interrogato sul messaggio inviato dalla Mongolia alla Cina e sui rapporti della Santa Sede con la Cina in generale, Francesco ha risposto che tali rapporti si basano sul rispetto reciproco e che tutti i canali sono aperti per possibili ulteriori contatti. È necessario cercare di capirsi meglio affinché i cittadini cinesi non pensino che la Chiesa non riconosce la loro cultura e i loro valori e che la comunità dei credenti che vive in Cina dipenda da una potenza straniera.

Secondo Pranciškaus ultimamente i rapporti con il Vietnam vanno molto bene. “Il Vietnam è una delle esperienze più belle di dialogo ecclesiale degli ultimi tempi”, ha affermato il Papa.

Dopodiché siamo passati all’enciclica del Papa Laudato si’ del sequel, che sarà annunciato il 4 ottobre. Francesco ha spiegato che questa esortazione apostolica sulla responsabilità di tutti noi verso la natura e il clima farà il punto su quanto accaduto dopo la conferenza di Parigi, che forse è stata finora la più fruttuosa. Verranno discussi anche altri obblighi della comunità internazionale e altre questioni che richiedono una soluzione urgente.

L’ultimo tema è il Sinodo. Il Papa ha ripetuto che il Sinodo è un dialogo tra battezzati, tra membri della Chiesa sulla vita della Chiesa, è anche un dialogo con il mondo, sui problemi che tormentano oggi l’umanità. Ma quando si intraprende la strada dell’ideologia, il Sinodo finisce. Nel Sinodo non c’è posto per l’ideologia, c’è spazio per il dialogo.

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Adalberto Russo

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