Come riportato venerdì sera Santa Sede sala stampa, il Papa, per preservare la sua salute in vista della Veglia pasquale e della messa del mattino di Pasqua, ha deciso di seguire la Via Crucis nei pressi del Colosseo dal Vaticano Casa di Santa Marta.
La Via Crucis comprende quattordici stazioni, quattordici sono previste Gesù gli avvenimenti della salita al Golgota, a partire dalla condanna morte come punizione fino alla sepoltura del cadavere di Gesù. Francesco modificò leggermente lo schema tradizionale delle quattordici stazioni, omettendo la stazione che rifletteva la terza caduta di Gesù, ma aggiungendo il grido di Gesù crocifisso: «Dio mio, perché mi hai abbandonato mentre riflettevo sulla morte di Gesù? Nella dodicesima stazione Francesco, nella sua riflessione preparata, menziona il penitente crocifisso con Gesù, promesso al criminale.
Francesco ha iniziato la sua meditazione sulla Via Crucis con la preghiera di Gesù nell’orto del Getsemani. Gesù Ci viene chiesta una sola cosa: stare con Lui, vegliare. “Non ci chiedi cose impossibili, ci chiedi solo vicinanza. Svegliaci, Signore, dal letargo del nostro cuore, perché anche oggi, soprattutto oggi, è tanto necessario che restiamo svegli con Te”, scrive Francesco nell’introduzione alla meditazione della Via Crucis.
I. Condannato a morte Gesù non protesta, non pretende spiegazione per ciò per cui lui, innocente, è condannato. “Gesù, ti conosciamo poco. Non comprendiamo il tuo silenzio, perché abbiamo fretta, siamo immersi nelle nostre attività, ci aggrappiamo alle cose, cerchiamo di stare in superficie, di essere al centro, facciamo non troviamo il tempo per stare con te Signore, Parola del Padre, fa’ che ti permettiamo di agire in noi nel silenzio.
II. Siamo tutti gravati dalle croci della vita. Cosa devo fare quando mi sento sopraffatto dalla vita? Gesù risponde: “Vieni a me” e prende la mia croce sulle sue spalle.
III. Gesù è caduto sotto la croce, ma ha raccolto le sue forze e si è rialzato. Chi ama ricomincia sempre; chi ama, non si arrende, non si ferma. “Gesù, ti chiedo tante cose, ma in realtà mi occorre una sola cosa: saper amare”. Cadrò più di una volta nella mia vita, ma voglio rialzarmi con amore e andare avanti come te.”
IV. I discepoli abbandonarono Gesù, Giuda lo tradì, Pietro si difese. Gesù è rimasto solo. Ma ecco la Madre. Non sono necessarie parole. Basta con i suoi occhi, che non hanno paura di guardare la sofferenza. “Ecco tua madre”, dici allo studente e a ciascuno di noi, “Madre, questo è il dono più grande che ci fai dopo l’Eucaristia”.
V. Cirene aiuta Gesù a portare la croce. “Gesù, quanto spesso, di fronte alle sfide della vita, vogliamo fare tutto da soli. Gesù, aiutaci a non difenderci dal tuo amore, facci lasciarci amare.
VI. Molte persone hanno assistito alla barbara esecuzione di Gesù. Non conoscendo Gesù, non conoscendo la verità, giudicavano e condannavano. Questo accade ancora oggi, non serve nemmeno un macabro corteo, basta una tastiera per insultare e pronunciare giudizi. Molti giudicano, ma ecco una donna che si fa strada tra la folla. Va controcorrente con il coraggio della compassione. “Gesù, accendi in me il desiderio di essere di conforto agli altri nel tuo nome”.
VII. La croce è opprimente. Quando sono oppresso dalla vita, insultato e incompreso dagli altri, capisco, immagino quello che ha provato Gesù. “Grave, Signore, nel mio cuore la certezza che mi alzo solo quando Tu mi sollevi. Una nuova vita non inizia con la mia determinazione, ma con il tuo perdono. »
VIII. Le donne che incontrano piangono per Gesù ingiustamente condannato. “E c’è spazio per le lacrime nella mia preghiera?” Rabbrividisco alla tua vista, amore crocifisso per me? Piango quando vedo le tragedie del mondo? Gesù, scuotimi dentro, dammi la grazia delle lacrime.
IX. Permettendo ai carnefici di strapparmi le vesti, Gesù mi chiama a togliere tutto ciò che è inutile, a vederlo nelle persone che soffrono, che sono private della loro dignità, che sono umiliate e derise.
X. Gesù inchiodato sulla croce non solo perdona, ma giustifica anche l’uomo peccatore. “Padre, non sanno quello che fanno”. In cima al Calvario, Gesù rivela la potenza della preghiera di intercessione. “Insegnaci a pregare non solo per noi stessi e per chi ci sta vicino, ma anche per chi non ci ama e ci maltratta”.
XI. Come comprendere il grido di Gesù: “Padre, perché mi hai abbandonato? » Questo grido mostra fino a che punto Gesù è precipitato nell’abisso del nostro dolore. Lo ha fatto per noi, affinché quando vediamo solo oscurità, quando tutto cade e si frantuma, non ci sentiamo più soli, ma confidiamo che Lui è con noi.
XII. Morendo sulla croce, Gesù ha cambiato il corso della storia. Della croce, simbolo della sofferenza, ha fatto un’icona dell’amore; dallo strumento di morte al ponte verso la vita. Quando morì, fece santo il ladro morto con lui. “Ricordami, Gesù, che è anche mio una preghiera può cambiare la storia.
XIII. Maria tiene tra le braccia il cadavere di Gesù. “Maria, prendimi tra le tue braccia e chinati sulle mie ferite. Madre di misericordia, viviamo in tempi spietati e abbiamo un grande bisogno di misericordia. »
XIV. Giuseppe d’Arimatea si recò coraggiosamente da Pilato e chiese il permesso di seppellire Gesù. Giuseppe diede a Gesù una tomba che aveva preparato per sé. Una richiesta coraggiosa, una preghiera persistente porta frutto e aiuta a superare anche l’oscurità della morte. Amore non rimane senza risposta, ma dà un nuovo inizio. Questa tomba dotata di doni – unica in tutta la storia – è diventata fonte di vita.
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