Sei affreschi rubati anni fa dalle rovine di un’antica villa romana sono stati restituiti al parco archeologico di Pompei, ha annunciato martedì la polizia italiana.
I tre affreschi, uno raffigurante un putto, un altro una danzatrice e il terzo una testa di donna, provengono da due antiche case di Stabia, a pochi chilometri dal principale sito degli scavi pompeiani.
Si ritiene che siano stati rubati negli anni ’80, contrabbandati fuori dall’Italia e venduti a collezionisti negli Stati Uniti, Svizzera e Gran Bretagna.
Gli agenti dell’unità antifurto d’arte della polizia italiana li hanno scoperti e sequestrati l’anno scorso come parte di una “indagine più ampia sul contrabbando internazionale di tesori archeologici”, si legge nella nota.
Gli altri tre affreschi furono scoperti dalla polizia nel 2012 in uno scavo illegale a Civita Giuliana, a circa 700 metri a nord-ovest di Pompei, prima che i ladri potessero prenderli.
L’anno scorso, gli archeologi hanno scoperto i resti di due vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. nello stesso sito, successivamente rilevato dalle autorità. Si ritiene che siano i resti di un giovane schiavo e del suo padrone più anziano.
Situata vicino Napoli, nel sud Italia, Pompei è una delle meraviglie archeologiche del mondo. Questo sito archeologico contiene i resti ben conservati di un’antica città romana sepolta durante la già citata eruzione del Vesuvio.
Per secoli, le rovine furono sepolte sotto uno strato di diversi metri di cenere vulcanica e polvere, sotto il quale rimangono ancora oggi i resti degli edifici della città e degli abitanti non salvati.
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