Secondo i media italiani, la Roma sarà nominata ambasciatrice della Russia

Ambasciata russa a Roma. Foto di Guglielmo Mangiapane (Reuters/Scanpix).

Lunedì l’ambasciatore italiano in Russia ovunque, dopo che Mosca ha affermato in precedenza che i media italiani stavano conducendo una campagna di propaganda anti-russa con il pretesto di una guerra in Ucraina.

Il ministero degli Esteri italiano ha annunciato di aver convocato l’ambasciatore Sergej Razov per respingere commenti diffamatori sul presunto coinvolgimento dei nostri media petroliferi nella campagna anti-russa.

Anche il segretario generale del ministero, Ettore Francesco Sequi, ha respinto con forza le accuse di immoralità nei confronti di alcuni rappresentanti delle istituzioni e dei media italiani, formulate in recenti dichiarazioni del ministero degli Esteri russo.

Lo scandalo è scoppiato dopo che l’ambasciata russa in Italia ha pubblicato oggi sulla sua pagina Facebook estratti del rapporto del ministero degli Esteri russo sugli attacchi illegali ai cittadini russi all’estero.

Condannano la campagna apertamente anti-russa sui media italiani, che va avanti dalla fine di febbraio, quando la Russia ha invaso l’Ucraina, una mossa che ha fortemente influenzato l’opinione italiana dei russi.

Un’importante campagna contro la cultura russa è stata lanciata in Italia e i suoi rappresentanti sono stati determinati da uno spiacevole incidente, inclusa la discriminazione nei settori sanitario e bancario, afferma il rapporto del ministero russo.

Il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio ha affermato domenica che ciò che dicono i media è che la Russia ha usato più di 2.000 missili vicino all’Ucraina per uccidere 200 bambini.

Il primo ministro italiano Mario Draghi sostiene fermamente le sanzioni contro Mosca, anche se alcuni membri della sua coalizione di governo hanno da tempo stretti legami con il Cremlino e non sono pronti a condannare la guerra.

La commissione parlamentare per la sicurezza, COPASIR, ha avviato un’indagine sulla presunta propaganda filo-russa in alcuni organi di stampa accusati di aver concesso un notevole tempo di trasmissione alla disinformazione russa.


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