La Procura di Firenze ha aperto le indagini dopo che un boss mafioso intercettato lo scorso anno aveva detto ad un altro detenuto che Berlusconi lo aveva personalmente incoraggiato a commettere atti di violenza contro lo Stato.
Questa è la terza volta che l’ex primo ministro viene indagato per il suo possibile ruolo negli attentati che hanno ucciso 10 persone a Roma, Milano e Firenze. I primi due studi furono interrotti per mancanza di prove.
Gli attacchi sono stati visti come una vendetta per l’arresto del boss mafioso Totò Riina e per le severe leggi antimafia del Paese.
Giuseppe Graviano, che sta scontando una condanna all’ergastolo per il suo ruolo negli attentati e nell’assassinio di due giudici antimafia e di un prete, ha detto che Berlusconi ha incitato alla violenza per ragioni politiche, sperando di spodestare la vecchia guardia.
Il braccio destro dell’anziano miliardario, Marcello Dell’Utri, ha agito da intermediario, ha detto un sicario della mafia.
Dell’Utri, che ha contribuito a fondare il partito Forza Italia di Berlusconi, è stato condannato a sette anni di carcere nel 2014 per complicità con la mafia.
L’avvocato Niccolò Ghedini ha definito routine l’ultima indagine e ha detto che presto verrà chiusa “come le precedenti perché non ci sono elementi nuovi e non c’entra nulla con Berlusconi”.
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