Papa al quotidiano italiano: “Il male va condannato prima del perdono”

Dobbiamo costruire in modo creativo la pace e trovare soluzioni che aiutino a costruire un dialogo sempre più stretto; dobbiamo pensare alle generazioni che vivranno dopo di noi, ha detto papa Francesco in un’intervista al quotidiano napoletano Il Mattino, rilasciata in occasione del suo 130° anniversario.

Nel corso della conversazione, piuttosto lunga, sono stati affrontati vari temi: problemi specifici della città di Napoli e del sud Italia, dalle migrazioni dal sud globale al nord, dalla ripresa dopo la pandemia alla guerra in Ucraina.

Dobbiamo ricordare che il futuro di ciascuno di noi sarà pacifico solo se vivremo in pace con i più deboli. Chi rifiuta i poveri rifiuta Dio, che è in loro, e allo stesso tempo rifiuta la pace, ha detto Francesco. Ha sottolineato che è molto facile intimidire le persone facendo paura dell’altro, dello sconosciuto, dell’ignoto. È più difficile parlare di incontro con l’altro, di condannare lo sfruttamento dei poveri, le guerre. Come cristiani, siamo chiamati ad essere guidati dai principi della pace e non della guerra, dell’amore e non dell’odio, anche quando l’oscurità ci circonda.

Una delle sfide più grandi oggi è la guerra: la guerra in Ucraina e molti altri conflitti in corso. Francesco ha citato il messaggio di Giovanni Paolo II per la Giornata Mondiale della Pace, pubblicato poco dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 a New York. “Non è possibile ripristinare l’ordine spezzato se la giustizia e il perdono non sono uniti. I pilastri della vera pace sono la giustizia e il perdono, che è una forma particolare di amore”. per tutto. Il male deve essere condannato prima di poter essere perdonato. Ma la cosa più importante non è incitare alla guerra, ma creare la pace. L’idea che le armi del male debbano essere usate per sconfiggere il male non può essere accettata.

La guerra pazza in Ucraina e tutte le altre guerre in corso nel mondo in questo momento devono essere fermate. Il peacebuilding ha bisogno di più creatività che velate visioni ideologiche, ha detto Francis. Dobbiamo gettare nuove basi per un dialogo globale, dobbiamo tornare alle conferenze internazionali di pace, dove il disarmo occuperebbe il posto più importante. I fondi che oggi vengono spesi per gli armamenti dovrebbero essere spesi per lo sviluppo, l’assistenza sanitaria e l’alimentazione, l’istruzione e la trasformazione ecologica. (jm / Notizie Vaticano)

Alfieri Mazzi

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