Risposta all’ultima domanda: sì, purtroppo ancora confusa. Lunedì RAI TRE ha seguito in un telegiornale il viaggio di Francesco in Lettonia e, con rammarico, ha ripetuto un classico errore: ha mostrato un primo piano della cattedrale di Vilnius, ma ha parlato della chiesa luterana “Doms” di Riga.
Strana anche la decisione editoriale dell’autorevole quotidiano romano “La Repubblica”. L’edizione domenicale di 50 pagine è uscita con una grande foto di Francesco al centro della prima pagina. Tuttavia, la visita del pontefice a Vilnius viene commemorata sullo sfondo di una bandiera rossa a cinque stelle. Il Santo Padre è stato accolto non dai pellegrini lituani, ma da quelli cinesi.
Per quello? A spiegare la situazione è l’inviato speciale de “La Repubblica” da Vilnius: “Nel primo giorno della visita apostolica nei Paesi Baltici, l’attenzione è stata ‘rubata’ dall’accordo tra Vaticano e Pechino sulla nomina dei vescovi”. Tutta la dodicesima pagina del quotidiano è dedicata al problema della normalizzazione dei rapporti tra Vaticano e Cina. Volato a Vilnius, l’inviato speciale non ha scritto nulla sulla visita di Francesco a Vilnius, iniziata domenica. Certo, sul giornale c’era ancora spazio per una foto del papa tra i bambini lituani.
Domenica è uscito il quotidiano più diffuso in Italia, “Il Corriere della Sera”, con una diffusione di 312.000 copie. L’articolo dell’inviato speciale da Vilnius è apparso in decima pagina, ma non parla della Lituania, ma dello storico accordo siglato dai vice ministri degli Esteri della Cina e del Vaticano, che permetterà al Papa di nominare vescovi in Cina ( i cattolici in Cina sono 10 milioni).
Lunedì il giornalista di un quotidiano milanese ha dedicato un po’ più di attenzione al viaggio apostolico: l’articolo “Il Papa prega per gli ebrei uccisi a Vilnius” compare alla tredicesima pagina. L’autore ricorda: “Vilnius era la Gerusalemme del Nord, lì si parlava yiddish, dei 200.000 ebrei lituani fu ucciso il 96 per cento”.
Secondo il quotidiano, alla vigilia della sua visita, il presidente dell’Associazione ebraica italiana avrebbe chiesto a Francesco di attirare la sua attenzione sulla tragedia ebraica in Lituania.
È vero che il giornale milanese fondato nel 1876, definito “storico”, si perde vergognosamente nella geografia europea: “Bergoglio ne parlò all’Angelus davanti a centomila fedeli dopo la fine della prima messa nei paesi di Balcani. “. I Balcani?
Un altro autorevole quotidiano italiano, “La Stampa” di Torino, descrive la visita del Papa nel territorio del ghetto ebraico di Vilnius e racconta con emozione come il gesuita argentino Jorge Bergoglio abbia visitato l’ex carcere del KGB in compagnia del lituano Sigitas Tamkevičius: “ un gesuita che non ha tradito i suoi compagni di fede nelle cellule del KGB”.
“La Stampa” ricorda ai suoi lettori anche cose poco piacevoli: la “collaborazione del fronte nazionalista locale”. Tuttavia vengono citati anche i lituani che salvarono gli ebrei dal terrore nazista.
Il quotidiano cattolico “Avvenire” è stato probabilmente l’unico quotidiano italiano a occupare in prima pagina il viaggio apostolico nei Paesi baltici. Anche “Avvenire” si è distinto dalle altre testate per non confondere il Baltico con i Balcani, Vilnius con Riga, sottolineando le parole di Francesco nell’incontro con i giornalisti che lo hanno accompagnato nel volo da Roma a Vilnius: “Questi Stati (Lituania, Lettonia , Estonia) sono simili, ma diversi. Quindi, alla vostra attenzione – “un bel lavoro”, – un lavoro divertente”, ha avvertito Francis ai media.
In occasione della visita, “Avvenire” offre ai suoi lettori un articolo del giornalista Giorgio Ferrari “Mosca continua a spaventare”, che tenta di analizzare le ragioni di questo fenomeno. “Tre repubbliche baltiche, tre Stati fragili, uniti dalla stessa paura del drago Kashchei, personaggio delle fiabe russe e personificazione invincibile del male”, queste le parole del critico italiano.
Secondo lui, né le assicurazioni di Bruxelles, né la NATO, né il fedele alleato degli Stati Uniti sono in grado di dissipare questa paura profondamente radicata.
G.Ferrari non solo discute le ragioni storiche dell’atteggiamento degli stati baltici nei confronti dell'”orso” russo, ma racconta anche il presente, la partenza quasi quotidiana degli aerei militari russi dalle basi di Kaliningrad, mettendo alla prova i nervi e la pazienza dei gli alleati che proteggono il territorio della NATO.
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