L’Italia ha permesso a due navi di soccorso di migranti di attraccare dopo l’ultimatum

La nave di salvataggio Mare Jonio, di proprietà della ONG italiana SOS Mediterranea, ha dichiarato mercoledì al ministero dell’Interno che sarebbe “entrata nel primo porto disponibile” senza autorizzazione se la sua richiesta di attracco sicuro non fosse stata soddisfatta entro 10 ore.

La nave trasporta 92 persone soccorse durante due operazioni in acque internazionali intorno alla Libia e a Malta il 5 e 6 giugno. Tra queste persone vi sono una trentina di minori non accompagnati.

Gli è stato ordinato di salpare verso il porto di Pocalo, nella Sicilia meridionale, per sbarcare lì giovedì le persone soccorse.

L’organizzazione benefica tedesca Sea Watch ha dichiarato mercoledì che la sua nave, la Sea Watch 3, con 352 persone soccorse, attende il quinto giorno per avere istruzioni su quale porto salpare. Infine, la nave fu autorizzata anche ad attraccare al porto di Pocalo.

“Dopo giorni estenuanti, #SeaWatch3 è finalmente autorizzato ad attraccare in sicurezza”, ha detto l’organizzazione su Twitter giovedì.

Ci sono quasi 120 minori non accompagnati su questa nave

Le due associazioni di beneficenza hanno accusato il governo italiano di ritardare deliberatamente la concessione dei permessi alle loro navi per l’attracco nei loro porti per scoraggiare i migranti dal compiere il pericoloso viaggio via mare dal Nord Africa all’Europa.

SOS Méditerranée, che ha soccorso quasi mille migranti dall’inizio dell’anno, ha chiesto mercoledì l’adozione urgente di un meccanismo europeo di solidarietà per evitare tali ritardi.

La nave dell’organizzazione, la Ocean Viking, ha salvato circa 300 persone, tra cui un bambino di tre mesi e sei donne incinte, durante la sua ultima missione a maggio, ma ha dovuto aspettare 10 giorni prima di poter entrare nel porto.

Secondo i dati del ministero dell’Interno italiano, dall’inizio dell’anno sono circa 17mila i migranti arrivati ​​attraverso il Mar Mediterraneo centrale, considerato una delle rotte migratorie più pericolose al mondo.

Alfieri Mazzi

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