Nel corso delle perquisizioni sono state arrestate 17 persone in diversi Paesi europei, di cui sei in Italia, quattro in Gran Bretagna e altre tre in Norvegia.
Molti dei sospettati si erano precedentemente recati in Iraq e Siria per combattere a fianco di gruppi jihadisti, ha detto la polizia.
Secondo gli investigatori, la rete stava cercando di liberare il religioso fondamentalista islamico residente in Norvegia Najmuddin Ahmad Faraj, noto anche come Mullah Krekar, che figura nelle liste terroristiche delle Nazioni Unite e degli Stati Uniti.
Giovanni Governale, portavoce del gruppo operativo speciale della polizia italiana, ha detto ai giornalisti che l’operazione ha “smantellato una cellula integrata che comprendeva, oltre all’Italia, anche Gran Bretagna, Norvegia, Finlandia, Svizzera e Germania.
La rete si è espansa in quella che viene chiamata “la rete oscura, piattaforme (internet) poco conosciute in cui siamo riusciti a penetrare”, ha detto Governale, aggiungendo che la risposta improvvisa ha contribuito a interrompere il processo di “reclutamento e invio di combattenti”. combattere all’estero.
Secondo G. Governale, la rete “avrebbe continuato a inviare molti più jihadisti all’estero; si preparava a compiere attentati, compresi attentati suicidi, si preparava a tentare di liberare il suo leader, il Mullah Krekar.
Questo curdo iracheno di 59 anni vive in Norvegia dal 1991.
Il mullah Krekar ha fondato anche il gruppo islamico radicale “Ansar al Islam”, ma afferma di non esserne il leader dal 2002.
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