Tre anni dopo l’inizio della pandemia di coronavirus, la procura della città di Bergamo, nel nord Italia, ha aperto un’inchiesta contro l’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Lui e altri 18 alti funzionari sono accusati di negligenza durante la prima fase della pandemia nella primavera del 2020.
Migliaia di morti avrebbero potuto essere evitate se emergenze come l’epidemia di coronavirus fossero state meglio preparate e affrontate prima, hanno affermato i pubblici ministeri.
Ad esempio, le zone rosse sono state fissate troppo tardi nel paese e le persone sono morte. In queste aree sono state poi isolate aree particolarmente colpite dal virus. Secondo quanto riferito, i funzionari hanno sottovalutato i pericoli della pandemia, con conseguenze disastrose. L’inchiesta è stata aperta anche nei confronti dell’ex ministro della Salute Robert Speranza e del capogruppo della Regione Lombardia Attila Fontanas.
All’inizio del 2020, l’Italia era uno dei primi paesi europei in cui il coronavirus si stava diffondendo rapidamente. Bergamo in particolare è diventata simbolo delle sofferenze causate dalla pandemia. Poi hanno fatto il giro del mondo le foto che mostravano camion militari che trasportavano bare con la massa dei morti della città per la cremazione. In Italia il virus ha ucciso circa 188.000 persone. È uno dei paesi più colpiti al mondo dalla pandemia.
Dopo l’annuncio dell’inchiesta, G. Contì ha affermato di aver agito con piena responsabilità in uno dei momenti più difficili che l’Italia ha dovuto vivere. Ha sottolineato che collaborerà con le forze dell’ordine. Lo stesso promise l’allora ministro della Salute, R. Speranza.
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