In Italia 7 esperti saranno processati per non aver previsto il terremoto

In Italia, sette scienziati e diversi altri esperti sono stati accusati mercoledì di omicidio colposo dopo aver affermato di non aver fatto abbastanza per allertare l’opinione pubblica prima del terremoto del 2009 che colpì il centro del paese e uccise più di 300 persone.

Gli avvocati hanno condannato le accuse, affermando che è impossibile prevedere i terremoti in anticipo. La stessa opinione è condivisa da tempo dai sismologi, i quali sottolineano che non esiste ancora la tecnologia per prevedere i forti terremoti.

Ma il giudice Giuseppe Romano Gargarella ha ordinato ai membri della Commissione governativa sulle grandi minacce, che valuta i rischi di potenziali disastri naturali, di comparire in tribunale a L’Aquila il 20 settembre.

I media italiani hanno citato il giudice che avrebbe affermato che gli imputati “hanno fornito informazioni inesatte, incomplete e contraddittorie” sulle scosse più deboli avvertite dagli abitanti dell’Aquila sei mesi prima del forte terremoto del 6 aprile 2009. Secondo il giudice, i primi spari avrebbe dovuto provocare un annuncio pubblico di pericolo imminente.

Dentro e intorno all’Aquila, un terremoto di magnitudo 6,3 uccise 308 persone e danneggiò gravemente la città con la sua architettura medievale.

Le migliaia di sopravvissuti hanno vissuto per diversi mesi in tendopoli o alloggi temporanei.

In passato i disastri naturali, in particolare i terremoti, hanno portato ad accuse di perdita di vite umane in Italia, ma in genere si sono concentrati su violazioni degli standard edilizi nelle regioni sismicamente attive.

Ad esempio, nel 2009 una corte d’appello ha ritenuto cinque persone colpevoli del crollo di una scuola durante il terremoto del 2002 nella città di San Giuliano, nel sud della Puglia. All’epoca furono uccisi 27 bambini, tra cui nove ragazzi di quarta elementare e un insegnante. I pubblici ministeri hanno affermato che il crollo della scuola è stato in parte dovuto alla struttura instabile dell’edificio.

Adalberto Russo

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