“Se l’Italia perde dai 700 agli 800 milioni di euro è la morte”, dichiara il presidente della Figc.
Secondo lui, se la stagione della Serie A italiana venisse interrotta, le conseguenze sarebbero devastanti.
In questi giorni G. Gravina ha più volte dichiarato pubblicamente il motivo per cui è contrario ad una conclusione anticipata della stagione.
“Finché sarò presidente della FIGC non sosterrò mai la fine della stagione, perché significherebbe la morte del calcio italiano”, ha ribadito il dirigente.
Secondo lui, una decisione così disastrosa potrebbe essere presa solo se ci fossero minacce oggettive alla salute di tutti i calciatori e delle persone legate a questo sport.
“Tuttavia, anche in questo caso dovrei ricevere istruzioni chiare e prove che dimostrino che non c’è altra via d’uscita”, ha detto l’italiano.
Ha calcolato che le perdite dopo l’annuncio della fine della stagione avrebbero raggiunto gli 800 milioni. euro. Se la stagione dovesse proseguire con gli stadi vuoti il calcio italiano perderebbe 300 milioni.
Anche se la stagione potesse essere prolungata in condizioni ideali e le partite si giocassero con gli spettatori, i club perderebbero dai 100 ai 150 milioni. Tuttavia, questa opzione appare al momento assolutamente improbabile, poiché l’Italia continua ad essere uno dei paesi europei più colpiti dal coronavirus.
“Siamo vincolati da accordi rigorosi con partner internazionali, così come con UEFA e FIFA”, G. Gravina alzò le mani disperato.
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