Il Papa incoraggia la creazione di corridoi umanitari per i richiedenti asilo

Papa Francesco ha incontrato sabato migliaia di rifugiati e le associazioni di beneficenza che li ospitano in Italia per promuovere rotte migratorie legali verso l’Europa come alternativa alle operazioni di traffico di esseri umani che, secondo lui, hanno trasformato il Mediterraneo in un “cimitero”.

Francesco ha detto che i “corridoi umanitari”, operativi in ​​Italia dal 2016, hanno salvato vite e aiutato i richiedenti asilo appena arrivati ​​ad acclimatarsi, mentre i gruppi religiosi hanno fornito alloggio, istruzione e opportunità di lavoro.

“I corridoi umanitari non mirano solo a portare i rifugiati in Italia e in altri paesi europei, a salvarli da situazioni di incertezza, pericolo e attesa senza fine, ma mirano anche all’integrazione”, ha affermato.

Secondo Francesco, l’ente di beneficenza cattolico Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese evangeliche e la Chiesa valdese hanno realizzato in Italia un’iniziativa di trasferimento umanitario ecumenico che ha portato più di 6.000 persone in Europa.

Nell’ambito di questo programma, gli operatori umanitari nei campi profughi identificano i richiedenti asilo ed elaborano i documenti iniziali per consentire loro di entrare in Italia per motivi umanitari. Una volta arrivati, vengono aiutati a sistemarsi ea presentare domanda di asilo.

Famiglie provenienti da Siria, Afghanistan, Ruanda e Ucraina sono giunte nell’aula delle udienze vaticane per incontrare il papa.

Era importante per me venire qui e mostrare al mondo che i corridoi umanitari sono una delle cose più belle che questo mondo ha da offrire alle persone.

“Era importante per me venire qui e mostrare al mondo che i corridoi umanitari sono una delle cose più grandi che questo mondo possa offrire alle persone che meritano sicurezza e dignità”, ha detto Oliver Chris I. Kabalis, 22 anni, del Ruanda. “Perché come rifugiati, abbiamo lasciato il nostro paese non perché lo volessimo, ma perché siamo costretti, dobbiamo”.

Nazani Shakvulla, una rifugiata afghana, ha detto che le donne nel suo paese hanno sofferto per essere escluse dall’istruzione, dal lavoro e dai viaggi, e avevano bisogno dell’aiuto del Vaticano e di gruppi di beneficenza per “sostenere i corridoi umanitari e trovare un modo per evacuare o trovare un modo per l’afghanistan ragazze a ricevere un’istruzione”.


Adalberto Russo

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