Lo ha affermato il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetta, in un’intervista al quotidiano “La Stampa”, riporta il portale “rbc.ua”.
Secondo il ministro l’Italia si sta muovendo in due direzioni principali nel contesto della guerra in Ucraina.
“Il primo sono gli aiuti: dobbiamo garantire all’Ucraina il diritto di difendersi. Ma dall’altra parte c’è un impegno costante e quotidiano per cercare di apparecchiare la tavola per la pace. Perché adesso, “L’unica cosa che possiamo fare è non per porre fine alla guerra, ma per fermare il conflitto e cercare di mettere allo stesso tavolo due interlocutori che non si parlano e non hanno nulla in comune”, ha detto Crosett.
Ha detto che spera che l’Europa svolga un ruolo più importante nel tentativo di “versare acqua sul fuoco”.
“Tutti sanno come gettare la benzina sul fuoco, ma non esiste un pompiere. Abbiamo bisogno dei pompieri in un mondo in cui le Nazioni Unite, che dovrebbero svolgere questa funzione, l’hanno perso”, ha sottolineato G. Crosett.
Secondo lui “abbiamo bisogno di un altro interlocutore” per portare la pace.
“Potrebbe essere la Cina? Dovrebbe essere lei l’interlocutore al tavolo dei negoziati di pace. Questa è una delle domande che dobbiamo porci in Italia e in Europa”, ha aggiunto il ministro.
Secondo lui, per il presidente russo Vladimir Putin, le risorse umane e il tempo non contano in questa guerra.
“Putin vive in condizioni in cui 100.000 o 300.000 morti e un periodo di 1-3 anni non sono un problema. E per l’Occidente, il tempo, il sacrificio e l’opinione pubblica sono fattori importanti. Due mondi completamente diversi si scontrano”, ha sottolineato il ministro.
Reagendo alla dichiarazione del capo del Ministero della Difesa italiano, Mykhailo Podoliak, consigliere del capo di gabinetto del presidente dell’Ucraina, ha ricordato che non c’è posto per una simile “soluzione pacifica” nel contesto della guerra condotta da Russia contro Ucraina.
“Ritorno alle origini… Quando qualcuno parla di una ‘soluzione pacifica’, l’Ucraina sente solo ‘arrendersi, capitolare, seguire l’ultimatum della Russia’. Dopo 423 giorni di guerra sanguinosa, è impossibile. Perché questa è una guerra di distruzione deliberata condotta dalla Russia, e non un mitico “conflitto”, ha twittato Podoliaks.
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