Il criminale di guerra nazista E. Priebke è sepolto nel cimitero della prigione italiana

Il defunto criminale di guerra nazista Erich Priebke, la cui morte scatenò polemiche sulla gestione dei suoi resti, è stato sepolto segretamente in un cimitero carcerario italiano, ha riferito giovedì il quotidiano La Repubblica.

“L’area recintata dove è sepolto Priebke, segnalata da una croce di legno tra i cespugli (…) è un cimitero della prigione”, ha detto il quotidiano italiano, senza specificare dove si trova il cimitero.

Il sito è “l’unico pezzo di territorio italiano dove la morte di Priebke può essere considerata semplicemente come una morte e non come un simbolismo nazista”, ha aggiunto La Repubblica, sottolineando che la croce non recava alcuna iscrizione se non un numero.

E. Priebke morì all’età di 100 anni, agli arresti domiciliari per il suo ruolo nella strage del 1944 alle Fosse Ardeatine, vicino a Roma, in cui morirono 335 persone, quasi tutte civili.

Le autorità romane vietarono i funerali del criminale, temendo che la sua tomba diventasse un centro di attrazione per i neonazisti. Allo stesso tempo, il Vaticano ha anche emesso un ordine senza precedenti che vieta a tutte le chiese cattoliche di Roma di offrire messe per i criminali di guerra.

L’Argentina, dove Priebke fuggì dopo la guerra e dove voleva essere sepolto, disse che non avrebbe accettato la sua salma.

I resti, che erano stati trasferiti in un aeroporto militare vicino Roma dopo che un precedente tentativo di seppellirli aveva scatenato disordini, sono stati recuperati alle 3 del mattino di una domenica di ottobre. 45 minuti ora locale (4 ore e 45 minuti lituano). La bara fu caricata su un’auto grigia.

È stato trasportato sull’autostrada per alcune ore e “prima dell’alba la bara è stata scaricata e trasferita su un’altra macchina”, quindi trasportata in “una zona di montagna”, secondo il giornale.

“Anche se non possiamo rivelare l’ubicazione della sua tomba, l’opinione pubblica deve sapere che questo caso è chiuso”, ha sottolineato La Repubblica.

E. Priebke, soprannominato il “Massacratore delle Fosse Ardeatine”, affermò sempre che stava solo eseguendo gli ordini.

Le vittime di questi massacri venivano giustiziate con proiettili alla nuca. Queste persone furono uccise come rappresaglia per un attacco dei combattenti della resistenza contro i soldati delle SS.

E. Priebke, come molti altri nazisti, riuscì a fuggire in Argentina dopo la fine della seconda guerra mondiale, evitando così il processo celebrato a Roma nel 1948 contro gli altri autori di questi omicidi.

Dopo aver vissuto quasi 50 anni in Argentina, è stato estradato in Italia e condannato all’ergastolo, ma a causa della sua età e delle cattive condizioni di salute gli è stato permesso di scontare la pena agli arresti domiciliari a casa del suo avvocato.

Adalberto Russo

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