Il settore del gelato è uno dei pochi che non ha subito perdite durante i tre anni di recessione, riferisce LRT RADIJAS, che analizza le notizie economiche italiane.
Inoltre, la Confederazione degli Artigiani Italiani ritiene che esista un altro prodotto per il quale gli italiani spendono una cifra simile, e non è affatto il prosecco, ma la birra.
Gli osservatori del Paese, che sta vivendo un boom di gelati e birra artigianale, affermano che una porzione di gelato che costa pochi euro e un bicchiere di birra che costa circa cinque euro restano divertimenti apprezzati da quasi tutti gli abitanti del Paese. un paese soleggiato può permetterselo.
Il ministro delle Finanze nega il problema bancario
L’Italia, sopravvissuta al terremoto, è scossa da un altro terremoto, non per natura, ma per le banche. Il governo ha già speso almeno 4 miliardi per salvare le quattro maggiori banche. Tre miliardi di euro sono stati spesi per salvare la banca più antica del mondo, il Monte dei Paschi di Siena.
Tuttavia, gli analisti stimano che occorrerebbe almeno dieci volte quella cifra, che l’Italia non può permettersi perché supererebbe il limite del deficit di bilancio fissato dall’Unione Europea.
È possibile che Bruxelles venga coinvolta nell’operazione di salvataggio, perché 360 miliardi. Soffocare le banche italiane con debiti inesigibili potrebbe infliggere all’Europa un colpo molto più grande del desiderio della Gran Bretagna di lasciare la Comunità.
Tuttavia il ministro delle Finanze italiano Pier Carlo Padoan assicura che in Italia non ci sono problemi bancari.
Secondo lui, l’economia del Paese sta attraversando una recessione per il terzo anno, i crediti inesigibili si sono accumulati, ma l’Italia sta bene. Il ministro ha invitato tutti i Paesi a “rilassarsi”, perché non ci sono problemi con le banche italiane.
La bassa crescita persisterà per molto tempo
Nonostante le assicurazioni del ministro, il Fondo monetario internazionale (FMI) ritiene che l’Italia si trovi di fronte ad un futuro molto più pessimistico di quanto previsto dai politici. L’organizzazione internazionale ha avvertito che l’economia italiana crescerà solo dell’1% nei prossimi due anni, ovvero quasi dello 0,5%. inferiore alla media della zona euro.
La bassa crescita dell’Italia continuerà anche per 20 anni. Secondo gli analisti, questa cifra è influenzata dalla crisi bancaria, per il 132%. debito del settore pubblico rispetto al prodotto interno lordo (PIL), secondo solo alla Grecia, e un’elevata disoccupazione, scesa all’11% a luglio, secondo l’istituto di statistica italiano Istat.
Inoltre, la crescita dell’Italia, considerata la terza economia più grande d’Europa, è ostacolata da fattori esterni come l’afflusso di rifugiati, il rallentamento del commercio globale e il ritiro del Regno Unito dall’Unione Europea.
Quest’ultimo fatto ha scatenato voci di un possibile effetto domino in tutta la Comunità, con l’Italia spesso citata come possibile candidato a seguire l’esempio britannico.
Tuttavia, secondo i dati Istat, solo un italiano su tre vorrebbe lasciare la Comunità, soprattutto i meno istruiti, i disoccupati permanenti e gli anziani. Il 40% degli italiani ritiene che l’Europa sarà in grado di rispondere correttamente alla Brexit e diventare ancora più forte.
Tempi duri per il settore della moda
Che la situazione economica italiana non sia divertente lo dimostra anche il fatto che anche il settore della moda, che finora ha resistito ai venti della crisi, sta attraversando momenti difficili.
Dopo diversi anni di risultati leggermente positivi, l’anno trascorso è stato peggiore del previsto per diversi colossi del lusso.
Qui il colosso italiano della moda “Prada” ha subito un duro colpo, poiché il fatturato della casa di moda è diminuito di circa il 25%.
Tuttavia, i dati finanziari di tutti i giganti della moda non sono così tragici. La casa di moda Armani ha visto i suoi ricavi aumentare del 4,5% lo scorso anno, anche se una guardia di sicurezza del Museo Armani di Milano, vestita con un abito firmato su misura, si è lamentata non solo di dover affrontare un ridimensionamento, ma di lavorare il doppio delle ore.
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