Giovanni Paolo I: un educatore che crede nelle possibilità dei giovani

Lo storico della Chiesa Ettore Malnati, vicario per i laici e gli affari culturali per la diocesi di Trieste in Italia, ritrae il papa e futuro beato Albino Luciani sulla stampa italiana come un educatore giovanile rispettato dal clero locale. Il 4 settembre Albino Luciani – Papa Giovanni Paolo I – sarà beatificato.

Prof. Per ventuno anni, dal 1937 al 1958, Albino Luciani insegnò agli studenti delle scuole superiori e di teologia al seminario di Belluno. Allo stesso tempo, non ha evitato il lavoro pastorale in città e in diverse parrocchie delle diocesi di Belun e Feltre, soprattutto nel campo della pastorale giovanile.

Dopo il ritiro giovanile del 1943 in una parrocchia del comune di Feltre, a lui si rivolgevano sempre più gruppi di giovani attraverso i loro animatori pastorali, invitandoli ad animare incontri per la formazione culturale e spirituale dei giovani. Il gruppo di giovani del Duomo di Belluno – una trentina di giovani – è stato molto felice di avere la loro guida spirituale Don Albino. A. Luciani si incontrava con loro ogni settimana, proponendo un ampio programma di cultura religiosa: incontri di preghiera incentrati sulla vita sacramentale, picnic a piedi o in bicicletta, incontri educativi nella cappella del seminario, nella cripta della cattedrale o nei locali parrocchiali.

Il clero della diocesi ha chiesto a P. A. Luciani consigli e istruzioni sul tema della pastorale giovanile. In una lettera al cappellano di Agordo, A. Luciani scriveva che avrebbe cercato di aiutarlo il più possibile, si offrì di ottenere conoscenza da noti autori, non solo di opere cattoliche, ma anche protestanti, presentò al cappellano una lunga lista di letteratura, offerta per aiutare l’acquisto di libri e riviste allora difficili da ottenere, durante la seconda guerra mondiale, ha invitato a scegliere in particolare autori che, come il vescovo ungherese Tihameris Totas, che ha lavorato per molti anni nella pastorale giovanile, “conosce i loro bisogni e gusti, insegna in modo semplice e chiaro, cerca di risvegliare non tanto la memoria e la mente, ma il cuore e cerca di tendere la mano per toccarlo”. Don Albino rassicura il giovane sacerdote, nella lettera chiede di non perdere la speranza: «Per acquisire queste due cose», scrive A. Luciani, «in primo luogo un grande amore autentico per i giovani e, in secondo luogo, una bontà soprannaturale». Il primo vi permetterà di trovare un modo per comunicare con i giovani, di darvi il coraggio di fare sacrifici senza paura e di superare le inevitabili illusioni. La seconda assicurerà la benedizione di Dio, senza la quale, credetemi, potrete guadagnare fama, simpatia, fama, ma ci sarà poco o nessun frutto».

La lettera attesta che nella diocesi PA Luciani aveva già fama di educatore giovanile competente – fu consultato per un consiglio. A. Luciani nel 1947 difese la sua tesi di dottorato all’Università Grigalius su PA Rosmini – autore le cui opere furono inserite nell’indice dei libri proibiti della Chiesa. nel 1948 Pr. A. Luciani fu nominato Provicario Generale e Direttore del Centro Catechistico della Diocesi di Belluno, e nel 1954 – Vicario Generale. nel 1949 pubblica un’opera sulla metodologia della catechesi “La catéchèse en crumbs”. In Italia l’opera è ancora utilizzata come esempio per organizzare incontri di catechesi con i bambini nelle parrocchie.

Di Don Albino il metodo è stato descritto da un ex membro del suo gruppo giovanile: usava spesso il metodo del dialogo, il suo vocabolario era semplice, i suoi esempi erano pratici. Non ci siamo mai sentiti come se fossimo interrogati – c’è stata una conversazione. Voleva che preparassimo noi stessi le lezioni, che ci esercitassimo a parlare in pubblico ea scrivere su argomenti assegnati. Sebbene i bambini avessero paura di parlare pubblicamente ai loro coetanei riuniti nella stanza, li incoraggiò a dire che un tale compito era alla portata dei bambini.

Il Prof. A. Luciani ha incoraggiato i giovani a leggere la stampa ea seguire le notizie politiche. nel 1955 fonda il Belluno Film Club tratto dal popolare film italiano del dopoguerra forum di film modello. Dopo la proiezione del film, c’è stata una discussione, A. Luciani ha educato i giovani a leggere il cinema da un punto di vista artistico, tecnico e culturale. Una conferenza pubblica del forum è stata organizzata da A. Luciani nell’aula del seminario dei sacerdoti di Belluno, una relazione sul cinema come realtà morale è stata letta dal pioniere dei forum cinematografici in Italia, il domenicano belga T. Felix Morlionis , che ha lavorato con famosi registi Roberto Rossellini e Federico Fellini.

Un aspetto importante della formazione di A. Luciani, che non ha mai trascurato nella formazione dei giovani, è stato confessione e accompagnamento spirituale. Don Albino ha sottolineato la libertà di scelta, allo stesso tempo chiamata a seguire le Sacre Scritture o la vita dei santi attraverso la preghiera e la concentrazione. I documenti della vicenda di beatificazione attestano che don Albino Luciani, futuro vescovo e papa, ascoltava le confessioni nell’auditorium e, in materia di orientamento spirituale, riceveva parroci nel suo seminario clericale. Albino Luciani sapeva trattare le persone con rispetto e poi ricordare loro di ripetere i consigli ricevuti prima dell’Eucaristia. Don Albino specialmente esortava i penitenti a volgersi devotamente a Santa Vergine Maria. (SAK/Notizie vaticane)

Alfieri Mazzi

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