Lo storico della Chiesa Ettore Malnati, Vicario per i Laici e la Cultura della Diocesi di Trieste, in Italia, scrive sulla stampa italiana dei primi anni del sacerdozio del Papa e futuro Beato Albino Luciani. Il 4 settembre Albino Luciani – Papa Giovanni Paolo I – sarà beatificato.
Dopo che il sogno di entrare a far parte della Compagnia di Gesù non si avverò, nel 1935 ordinato sacerdote, Albino Luciani fu nominato cappellano nella sua città natale di Forno di Canale, in Veneto, dove crebbe, frequentò la scuola e rispose alla sua vocazione sacerdotale. Le sue funzioni principali, oltre ai riti liturgici, erano l’insegnamento del catechismo a bambini, adolescenti e adulti. Alla fine dell’anno fu trasferito in una parrocchia più grande della città di Agord, dove visitò i villaggi, ascoltò le confessioni, incontrò minori e visitò i malati. Nell’anno scolastico successivo (1936-1937) insegnò religione in un istituto minerario e in una scuola professionale, ma non trascurò questioni di vita spirituale – si iscrisse a Unione Apostolica del Cleroche proponeva ai suoi membri di lavorare assiduamente nella pastorale e di curare la vita spirituale, in particolare la devozione eucaristica.
Albino Luciani, come lo chiamavano semplicemente i locali – Don Albino- terminò il suo apostolato in Patria, quando nel 1937 fu nominato vicerettore del seminario per i sacerdoti della diocesi di Belun. Mantenne questo incarico per due anni, ma per ventuno anni insegnò agli studenti delle scuole superiori in seminario e agli studenti di teologia, fino al 1958 fu nominato vescovo della diocesi di Vittorio Veneto.
Il compito dell’A. Luciani in seminario non doveva solo vigilare sulla disciplina dei candidati, ma anche accompagnare i chierici nel loro cammino. Don Albino la ricetta per i giovani era lasciare che la disciplina li modellasse, ma con equilibrio.
Il materiale del dossier di beatificazione del futuro papa testimonia che alcuni studenti hanno sentito la distanza mostrata dal rettore, ma la vicinanza costante del vicerettore A. Luciani ha incoraggiato la fiducia. Osservava tutto, ma non era un poliziotto. Si prese cura della salute e del benessere dei seminaristi con molta attenzione e vi dedicò tempo e denaro. A. Luciani consigliava ai giovani cosa leggere nel tempo libero, prestava i suoi libri e cercava di preparare i giovani ad affrontare il mondo. A. Luciani insegnò teologia, catechesi, storia dell’arte, filosofia e insegnò a scegliere responsabilmente la vita sacerdotale. Puntuale nelle lezioni e nelle lezioni, ha lasciato il programma in tempo, ha ripreso il materiale prima della fine dell’anno, scavalcando le materie meno importanti, e ha adattato il materiale d’esame per tenere conto delle capacità dei giovani meno dotati le persone. . Per studenti e seminaristi è stato un grande aiuto, portando pace e sicurezza, ricorda un ex studente. Gli alunni e gli studenti con disabilità sono stati particolarmente incoraggiati dalla sua speciale attenzione, tanto da non sentirsi mai umiliati. Un altro ex studente ha ricordato la passione di A. Luciani per l’arte, la pastorale, il diritto canonico e il cinema.
Uno dei discepoli del futuro beato ne condivideva sei semplici e pratici Don Albino consigli ai sacerdoti nella loro missione:
Cerca di conoscere i parrocchiani – cosa pensano, cosa vogliono, cosa gli piace e cosa non gli piace, perché penseresti che la gente la pensi come noi perché ascolta tranquillamente in chiesa, ma non è vero!
Cerca di raggiungere tutti – non commettere errori, anche se la chiesa è piena, non accontentarti solo di chi è venuto, ma ricorda di chi non è venuto – anche loro devono essere raggiunti. A. Luciani era convinto dei vantaggi del bollettino parrocchiale: dovrebbe essere preparato in modo che piaccia particolarmente a chi è lontano.
Per essere completo – era il suo argomento preferito, passava la maggior parte del tempo a spiegare quei capitoli del Vangelo che parlano di misericordia. Ha detto: dobbiamo tener conto delle circostanze e delle condizioni in cui i nostri parrocchiani sono costretti a vivere.
rispetta la libertà – non devi costringere le persone, devi impressionarle, non devi borbottare o discutere dal pulpito. Bisogna parlare, ascoltare e soprattutto dare l’esempio.
Non perdere tempo – era la norma ascetica proposta per la concentrazione spirituale dei seminaristi, ma Albino Luciani la proponeva come regola pastorale. Diceva: abbiamo così tanto da fare che non si può perdere nemmeno un minuto di tempo. (SAK/Notizie vaticane)
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