Dopo decenni di peregrinazione, il reperto è tornato al museo

Al Museo d’arte nazionale MK Čiurlionis è arrivato un oggetto della diplomazia culturale lituana: la scatola della statua “Giorno e notte” di Petros Rimša creata un secolo fa.

La statua confezionata in questa scatola, chiamata anche “Quies Vita”, del rappresentante della Lituania a San Pietro. Jurgis Šaulys dal Trono in occasione della firma dell’accordo bilaterale – concordatario – tra la Lituania e il Vaticano nel 1927. Il 10 dicembre ha consegnato doni a Papa Pio XI a nome del presidente lituano Antanas Smetona.

L’opera che ricorda lo stile Art Nouveau e Art Déco fu portata a Roma dal segretario personale di Smetona, Pijus Bielskus. Quando si è scoperto che il regalo non aveva una bella confezione, secondo il rappresentante della Lituania a San Pietroburgo. Secondo il progetto di Juoz Macevičius, servitore del trono, furono ordinati e realizzati con urgenza due palchi: perché c’erano due statue: una a figura intera e una a mezza figura. I lituani stavano ancora imparando l’etichetta diplomatica, quindi l’imballaggio non sembrava così importante per i funzionari di Kaunas da occuparsene in Lituania. D’altro canto a Kaunas sarebbe stato difficile trovare uno specialista in grado di eseguire un simile ordine.

La storia della scatola non finisce qui. In risposta alla dichiarazione del nunzio Riccardo Bartoloni come persona non grata e alla sua espulsione da Kaunas nel 1931. all’inizio dell’estate, il Papa rimandò il rappresentante lituano a San Pietroburgo. Un regalo di Sosto Smetona. Più precisamente due riquadri e mezza cifra. La grande statua è rimasta in piedi nella Biblioteca Vaticana e nel 1999 è stata trasferita al Museo.

Le casse furono custodite prima da Stasys Girdvainis, poi da Lozoraičiai, e durante la gestione della tenuta dopo la morte di Daniela, vedova di Stasys Lozoraičii, si ritrovarono tra gli oggetti destinati allo smaltimento. Senza l’occhio attento di Laura Gabrielaitytė-Kazulėnienė, addetta culturale lituana in Italia, probabilmente le scatole sarebbero andate perdute per sempre.

Calvino Bianchi

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