nel 2013 giovedì 25 aprile, dalle 17:00 alle 18:30 Nella Galleria fotografica LDM Vilnius, il famoso curatore del patrimonio italiano, architetto, restauratore, museologo e uno dei consulenti ufficiali del progetto di restauro del Palazzo dei Granducato di Lituania, il Dr. Mark Borella (Marco Borella) presenterà all’evento gli esempi più famosi di tenute di caccia provenienti dall’Italia.
La storia ci insegna che nel Medioevo e nel Rinascimento non si poteva immaginare la corte di un sovrano senza la “caccia reale”. Hanno avuto luogo in Lituania e in tutta Europa.
La caccia, che un tempo era un mezzo di sopravvivenza, divenne un hobby per i governanti nell’alto Medioevo. Arricchita di diverse regole e rituali, la caccia, in particolare quella al falco e al cervo, fu nei secoli molto praticata dai re e dai principi che regnarono sui territori d’Italia. La passione per la caccia nacque, visse e morì nei possedimenti e negli stati che sorsero e prosperarono (e crollarono) lungo la penisola appenninica per cinque secoli.
I veri e propri castelli di caccia apparvero solo all’inizio del tardo Rinascimento, ma l’inizio del fenomeno dei castelli di caccia risale al Medioevo. Sono stati costruiti fino al XVIII secolo. la fine Da allora Castel del Monte (Castel del MonteXIII secolo) al castello Stupinidi (StupidoXVIII secolo) del palazzo di caccia riflette i secoli di fioritura dell’arte aristocratica della caccia in Italia, quando i castelli di caccia venivano costruiti in paesaggi accuratamente selezionati.
I castelli di caccia italiani sono il risultato dello sviluppo di un fenomeno complesso che lega politica e spettacolo, esercizio fisico e divertimento, rito e combattimento, architettura e paesaggio. Nella penisola appenninica, dove esistevano continuamente molti stati, antichi castelli di caccia di diversi periodi storici e diverse regioni geografiche avevano caratteristiche proprie. Che differenza tra i castelli del Medioevo normanno del Regno di Sicilia, i castelli dell’Italia centrale all’inizio del Rinascimento, i castelli della grande pianura padana del Nord Italia alla fine del Rinascimento. La tradizione di quest’ultimo fu viva fino al XVIII secolo. prima metà
La caccia divenne la principale attività di svago e intrattenimento di re e principi, esercitazioni di combattimento e prove di strategie militari, esercizi fisici e un’opportunità per conoscere bene l’ambiente naturale. Successivamente (questo è particolarmente caratteristico delle corti dei sovrani italiani) divenne anche una dimostrazione visiva di potere, che indubbiamente influenzò le decisioni politiche e la diplomazia. Durante la caccia, i sovrani offrivano un piacevole intrattenimento ai loro illustri ospiti al fine di rafforzare o stabilire buoni rapporti con persone influenti.
A poco a poco la passione per la caccia si diffuse in tutte le corti dei sovrani europei e si diffusero varie forme di caccia: la caccia al falcone (caccia in volo “piuma a piuma”, “alta” e “bassa”), “pelo a pelo” ” (caccia ad animali piccoli e grandi) e la famosa epica caccia al cervo rosso.
L’architettura dei castelli di caccia italiani fu fortemente influenzata dai numerosi castelli di caccia della Francia, molto conosciuti in Italia e visitati da diversi sovrani italiani: il più famoso fu Chambord (Chambord, 1519) castello, XIV secolo. defunto Vincent (Vincenzo) e altri castelli.
Lunga quasi 500 km, la grande pianura padana italiana, circondata da colline e montagne, è un’area dove castelli e tenute di caccia sono particolarmente abbondanti. È qui nel XVI secolo. nella seconda metà si formò una tipologia particolare di castelli di caccia con caratteristiche architettoniche tipiche.
I Duchi di Mantova, i Gonzaga, sposarono la famosa Marmirolo (Marmirolo) dominio, e i duchi Farnese di Parma (Farnese) fondarono il Colorno (Colore) e Sala Bagancos (Isola Baganza) abitazioni residenziali. I rappresentanti della dinastia sabauda, famosi per il loro valore militare, amavano dedicare il loro tempo alla “caccia al cervo” in tempo di pace, la cosiddetta “venerie”, che mostra chiaramente l’influenza dei francesi sui Savoia. Il castello di caccia più imponente di questa regione è Stupinidių (Castello di Stupinigi).
Le “cacce reali” con tutti i loro rituali, l’architettura caratteristica dei castelli di caccia e il paesaggio tipico di questo lungo periodo (XIII-XVIII secolo) non furono un fenomeno esclusivamente italiano. Tutto ciò si è ripetuto in modo molto simile in tutte le case dei leader europei. La funzione venatoria del castello non solo ne determinò l’architettura, ma influenzò anche la formazione del paesaggio. Ad esempio, la Pianura Padana, un tempo completamente “selvaggia”, divenne progressivamente un’area protetta al fine di preservare i necessari terreni di caccia e garantire i privilegi esclusivi dei sovrani su queste terre. La maggior parte dei parchi pubblici e delle riserve naturali dell’Italia moderna un tempo erano terreni di caccia privati.
Partner dell’evento: Istituto di Cultura Italiana, Museo d’Arte Lituana, Seimas della Repubblica di Lituania
Informazioni sul Museo del Palazzo del Museo Nazionale della LDK
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