Ammira: il telescopio spaziale invia immagini mozzafiato della costellazione di Orione | Azienda

Orione è una delle costellazioni più conosciute e studiate della Via Lattea. Le stelle più vicine alla costellazione distano solo poche centinaia di anni luce dalla Terra, il che le rende facili da vedere e studiare.

Ora, utilizzando il nuovo e potente telescopio spaziale James Webb (JWST), gli scienziati hanno catturato le immagini più nitide e dettagliate della costellazione di Orione nella storia, secondo la NASA.

Le immagini si concentrano sulla “spada” a gas di Orione appesa a sud, secondo la dichiarazione. Al suo centro si trova la Nebulosa di Orione, una delle regioni di formazione stellare più grandi e luminose vicino alla Terra.

NASA, ESA, CSA/Nebulosa di Orione: confronti di immagini JWST e Hubble Space Telescope

Visibile ad occhio nudo dal nostro pianeta, la Nebulosa di Orione è stata per secoli un obiettivo popolare per gli astronomi, incluso l’astronomo italiano Galileo Galilei.

“Le giovani stelle massicce emettono grandi quantità di radiazioni ultraviolette direttamente nella nuvola che le circonda, il che cambia la forma fisica e la composizione chimica della nuvola”, ha affermato Els Peeters, professore di astronomia all’Università dell’Ontario occidentale. “Queste nuove osservazioni ci permettono di capire meglio come le stelle massicce modificano le nubi di gas e polvere in cui sono nate”.

NASA, ESA, CSA/Nebulosa di Orione catturata da JWST

NASA, ESA, CSA/Nebulosa di Orione catturata da JWST

Al centro dell’immagine brilla la stella luminosa θ2 Orionis A, situata a circa 186 anni luce dalla Terra. La nebulosa stessa è ben oltre, a circa 1.350 anni luce dalla Terra, dove migliaia di giovani stelle illuminano le nubi di gas che le circondano.

La violenta interazione tra le stelle e la loro nuvola ospite può essere vista più chiaramente nella lunga banda di gas brunastro oltre la stella centrale. Questa densa parete di gas è chiamata Cintura di Orione, che viene lentamente respinta e frantumata dalle intense radiazioni delle stelle più calde e luminose della Nebulosa di Orione.

Alfieri Mazzi

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