Casi terrificanti di “nascita in una bara” sconcertano anche gli scienziati: sono registrati molto raramente

Una macabra scoperta in una tomba medievale

Dai resti scoperti di una donna incinta, si potrebbe concludere che fosse stata sottoposta a un intervento chirurgico al cranio, poiché si era verificata una complicanza pericolosa per la vita. Poco dopo, gli scienziati hanno pubblicato un articolo sulla rivista “World Neurosurgery” in cui hanno cercato di spiegare cosa era successo a questa sfortunata donna prima e dopo la sua morte.

I resti della madre sono stati trovati a faccia in su nella tomba di pietra, suggerendo che il defunto fosse stato sepolto deliberatamente. Da uno studio condotto da ricercatori delle università di Ferrara e Bologna è emerso che la donna aveva tra i 25 ei 35 anni al momento della sua morte. Il suo bambino non ancora nato, che gli investigatori sul sesso non sono stati in grado di determinare, era incinta di 38 settimane nel grembo materno. Pertanto, ci sono volute solo due settimane prima che nascesse il frutto completo.

Le gambe del bambino erano ancora bloccate nel canale del parto della madre e la testa e la parte superiore del corpo erano nate, apparentemente dopo la morte della donna. Gli autori dello studio ritengono che in questa tomba medievale sia stato scoperto un raro caso di “cacciata postuma” o “nascita in bara”.

Nascita in una bara: cosa succede?

Il parto nella bara, noto anche come espulsione fetale post mortem, si verifica quando un feto non vitale viene espulso dal corpo di una donna incinta deceduta, cioè dalla sua apertura vaginale, a causa dell’accumulo di resti all’interno.

Edda Padovesi

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