Il sindaco di Roma, al centro di uno scandalo sulle spese, da mesi sotto tiro da parte di oppositori decisi a fare di lui il capro espiatorio della deplorevole situazione della capitale italiana, giovedì ha finalmente rassegnato le dimissioni.
Ignazio Marino (Ignacijus Marinas), 60 anni, è da mesi sotto un’enorme pressione politica, tra l’indignazione pubblica per le vecchie strade della città coperte di spazzatura e buche, i problemi con il sistema idrico dei trasporti pubblici e l’infiltrazione della criminalità organizzata nel governo municipale in rapida crescita .
Tutti questi problemi esistevano prima di I. Marino. Ma ha deciso di dimettersi da sindaco di Roma, conosciuta come la Città Eterna, dopo aver perso il sostegno del suo partito dopo che due dei suoi principali alleati hanno annunciato le loro dimissioni.
“Ho preso una decisione: mi dimetto”, ha detto I. Marino ai romani. in un comunicato, aggiungendo di aver perso il sostegno del suo Partito Democratico e che non c’erano più “circostanze politiche” che gli permettessero di restare sindaco.
Ai sensi di legge le dimissioni di I. Marino avranno effetto entro 20 giorni. Successivamente, un commissario straordinario assumerà la carica di amministratore della città, che manterrà tale posizione fino all’elezione di un nuovo sindaco.
Giovedì scorso, I. Marino ha informato su Facebook di aver accettato di restituire $ 20.000. euro, che servirono per pagare i conti dei ristoranti con la tessera comunale durante i due anni e quattro mesi in cui fu sindaco.
Secondo I. Marino questi soldi sono stati spesi legalmente, per scopi rappresentativi, ma lui coprirà questa somma, e sarà il suo regalo personale alla capitale italiana, che è a corto di fondi.
“Con questo gesto voglio mettere fine alle polemiche insensate e lontane dalla realtà di questi giorni, che non servono a Roma”, ha scritto il sindaco appartenente al centrosinistra.
Le speranze di I. Marino di porre fine a questa vicenda però non erano destinate a realizzarsi quando i giornali hanno documentato che in alcuni casi, al momento del pagamento del conto al ristorante, a cena c’erano solo il sindaco stesso e sua moglie.
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