L’Italia accusa ChatGPT di violare le norme sulla privacy

Le autorità italiane hanno accusato la società statunitense OpenAI, sviluppatrice della piattaforma di intelligenza artificiale (AI) ChatGPT, di aver violato la legge sulla protezione dei dati dell’Unione Europea (UE) e le hanno concesso 30 giorni per rispondere.

L’autorità italiana di vigilanza sulla protezione dei dati “ha informato OpenAI di violazioni della legge sulla protezione dei dati”, ha affermato lunedì l’autorità in una nota.

L’anno scorso, l’autorità di regolamentazione ha bloccato il popolare chatbot per diverse settimane, rendendo l’Italia il primo paese occidentale a farlo. Dopo il divieto temporaneo, l’autorità di regolamentazione è giunta alla conclusione che “le prove disponibili indicano violazioni delle disposizioni del GDPR dell’UE (regolamento generale sulla protezione dei dati). OpenAI può presentare domande riconvenzionali per presunte violazioni entro 30 giorni”, ha affermato il servizio.

L’autorità di regolamentazione ha affermato che terrà conto del lavoro di un gruppo di lavoro istituito dall’autorità centrale di regolamentazione dei dati dell’UE per aiutare i paesi a risolvere i problemi relativi a ChatGPT quando prenderanno una decisione finale.

L’anno scorso, l’autorità di regolamentazione italiana ha affermato che OpenAI non aveva alcuna base legale per la raccolta e l’archiviazione di massa di dati personali utilizzati per “addestrare” gli algoritmi di ChatGPT.

Adalberto Russo

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