Le dimissioni del primo ministro italiano Mateo Renzi hanno acceso una sauna: ora tutte le forze politiche vogliono approfittare della situazione. Da un lato in Italia si potrebbero indire elezioni anticipate, dall’altro il presidente del Paese potrebbe cedere le redini del potere a uno dei partiti attualmente al potere. In questo caso il quarto capo del governo consecutivo non sarà eletto, ma nominato.
Si è sparato a un piede
Paradossalmente, tuttavia, Renzi, determinato a cambiare la pratica quando i governi italiani non riescono a portare a termine i propri mandati, ha spinto lui stesso il suo gabinetto nell’abisso.
Domenica gli elettori hanno respinto a stragrande maggioranza le riforme costituzionali proposte dal governo guidato dal leader del Partito Democratico (DP). Renzi, che aveva pubblicamente promesso di dimettersi se gli elettori avessero respinto i suoi piani di riforma, ha finito per diventare un capro espiatorio.
Anche prima del plebiscito, gli analisti politici avevano avvertito che Renzi stava commettendo un grave errore nel collegare il referendum all’operato del suo governo. Secondo loro, le difficoltà economiche del Paese possono diventare un pretesto per gli italiani per vendicarsi del governo. In questo caso non verranno approvate riforme significative e il governo non potrà continuare le sue attività.
Sembra che Renzi non abbia tenuto conto di questi avvertimenti, oppure lo abbia fatto troppo tardi.
Elezioni anticipate?
Sergio Mattarella, il presidente italiano, è ora costretto ad affrontare il difficile compito di indire elezioni anticipate o di lasciare raffreddare un po’ le passioni nel paese e di nominare un politico dell’attuale maggioranza al potere come nuovo leader del governo del paese per alcuni. tempo.
Secondo la maggior parte dei politologi, il secondo scenario è il più probabile: il governo Renzi verrebbe sostituito da un governo ad interim, guidato però dal PD.
Questo gabinetto potrebbe restare in funzione fino alle elezioni regolari previste nella primavera del 2018. Ed è probabile che l’attuale ministro delle Finanze, Pier Carlo Padoan, a lungo considerato un potenziale successore di Renzi, ne diventi il leader.
Inoltre, alcune forze di opposizione tradizionali, come il partito di centrodestra di Silvio Berlusconi, Forza Italia, potrebbero essere d’accordo con questo scenario. Sebbene abbia esortato i suoi sostenitori a respingere le riforme costituzionali proposte da Renzi, “Forza Italia” ora si oppone alle elezioni anticipate perché teme di perderle.
Tuttavia, i rappresentanti non sistemici del Movimento “Cinque Stelle” (M5S) e della Lega Nord (ŠL), ora sull’onda, vogliono le elezioni, e il più presto possibile. Il leader della SL Matteo Salvini aveva detto prima e dopo il referendum che Renzi avrebbe dovuto dimettersi immediatamente. E solo gli elettori possono decidere chi guiderà il Paese.
Per l’ex comico Beppe Grillo, leader del M5S, il fiasco di Renzi è anche un’occasione per scalare l’Olimpo del potere, soprattutto dopo la vittoria dei sostenitori della Brexit in Gran Bretagna e la vittoria di Donald Trump alle presidenziali americane.
La cosa più interessante è che, nonostante il M5S si consideri un partito anti-sistemico, i membri del movimento si sono espressi anche contro le riforme di Renzi, intese a scuotere lo stagnante sistema politico italiano.
Tuttavia, il M5S continua a mantenere la sua promessa di tenere un plebiscito consultivo sull’appartenenza dell’Italia all’Eurozona non appena salirà al potere, il che potrebbe avere conseguenze molto negative per la moneta comune dell’UE. Inoltre, alcuni analisti temono il fallimento del piano di salvataggio delle banche italiane più indebitate: un eventuale fallimento delle banche italiane potrebbe portare ad una grave crisi finanziaria.
Acqua agitata
“L’Italia sta ora tuffandosi in acque agitate”, ha affermato Giovanni Orsina, professore di scienze politiche alla Libera Università Internazionale di Scienze Sociali Guido Carli di Roma.
I principali partiti italiani, di sinistra e di destra, condividono un interesse comune nel mantenere al potere i politici della protesta, ma non sono d’accordo su come ottenerlo.
A questo problema si aggiunge il fatto che, se il tentativo di modificare la Costituzione fallisce, gli elettori eleggeranno solo i rappresentanti della Camera dei Deputati in elezioni anticipate. Potrebbero allora formarsi maggioranze diverse alla Camera dei Deputati e al Senato, nel qual caso formare un governo sarebbe un compito impossibile.
“Nell’azione sono coinvolte molte forze che la spingono in direzioni diverse”, ha commentato G. Orsina. “Sarebbe opportuno che Renzi tenesse le elezioni parlamentari il prima possibile, così che i suoi potenziali concorrenti non abbiano tempo. Elezioni anticipate sarebbero utili anche al M5S e alla Lega Nord anti-immigrazione”, perché farebbero possibile sfruttare l’umore degli elettori che hanno votato contro le riforme durante il referendum. Gli altri partiti politici italiani invece non vogliono il voto. Un compromesso è quindi molto probabile, con un governo incerto che inizialmente si presenterà come un semplice governo di transizione, che porterà il Paese alle elezioni tra tre o quattro mesi, ma che dopo un po’ potrebbe diventare più forte.
“Nessuno è pronto a scommettere sulla data delle elezioni”, ha detto Massimo Franco, editorialista del Corriere della Sera, avvertendo che ci sono “troppe incognite” per spingere gli italiani a tornare alle urne.
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