Mercoledì la Corte Costituzionale italiana ha dichiarato illegale la pratica di attribuire automaticamente ai bambini il nome del padre.
La decisione è stata salutata come un importante passo avanti per i diritti delle donne.
La Corte Costituzionale ha dichiarato che le norme esistenti sono contrarie alla Costituzione, sono “discriminatorie e minano l’identità del bambino” e ha invitato il Parlamento a modificare la legge.
La Corte ha sottolineato che entrambi i genitori dovrebbero essere coinvolti nella scelta del cognome del bambino, che “è un elemento essenziale dell’identità personale”.
D’ora in poi, “il bambino acquisisce i nomi di entrambi i genitori nell’ordine da loro concordato, a meno che non decidano congiuntamente di dare il nome di uno solo di loro”, precisa il comunicato della Corte.
In caso di disaccordo deciderà il giudice.
«Le donne italiane hanno vinto una destra storica», scrive La Repubblica, il quotidiano più popolare.
Tra coloro che hanno accolto con favore la decisione della Corte Costituzionale c’era Alessandra Mussolini, nipote dell’ex dittatore italiano Benito Mussolini, che è riuscita a ottenere il diritto di dare il suo cognome ai suoi tre figli solo al termine di un processo lungo e difficile.
“Poter trasmettere il proprio cognome… è un atto di civiltà”, ha detto al quotidiano Il Messaggero.
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