Domenica 25 giugno, nella città di Leuca, nel sud Italia, è stata proclamata Madre Elisa Martinez, prima beata della Chiesa nella regione Puglia, fondatrice e guida della congregazione monastica femminile.
Per la Messa di Beatificazione a Leuka St. M. Marijos da Finibus Terrae (Latino – “Fine della Terra”) sulla piazza della basilica, situata sul “tacco” più meridionale della penisola italiana tra i mari Adriatico e Ionio, era governata dal cardinale M. Semeraro.
Madre Elisa Martinez (1905-1991) è nata nel XX secolo. dapprima a Gallatin, in provincia di Lecce, e morì a Roma, dopo quasi novant’anni di dedizione a Dio e al prossimo, realizzando i disegni del Signore con tenace speranza cristiana e grande amore spirituale.
Terminati gli studi entrò nella Congregazione delle Suore dell’Amorosa M. Maria del Buon Pastore, prese i voti, lavorò in una scuola di educazione per ragazze, ma quando si ammalò fu espulsa dal monastero e tornò a casa . casa dei genitori. Con l’approvazione del Vescovo locale, nel 1941 istituì un nuovo monastero di Leuka S. Congregazione delle Figlie di M. Maria e definì le principali direzioni di attività: formazione degli adolescenti, educazione dei bambini, cura delle ragazze madri e servizio nelle parrocchie .
La fondatrice fondò molte comunità monastiche in tutta Italia, Belgio e Stati Uniti, nonostante la sua salute cagionevole viaggiò instancabilmente all’estero, visitando l’India, le Filippine e l’Australia. Alcune suore si lamentarono con il Vaticano dell’attivismo del fondatore, ma i papi Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II incoraggiarono Madre Elisa Martinez a continuare il suo diligente servizio.
La Beata ha rafforzato la sua fede con un pio sacrificio a S. Per il sacramento si affida interamente alla Provvidenza per la profonda convinzione che Dio le consentirà di realizzare i suoi propositi, sostiene disinteressatamente molti bisognosi, viaggia molto senza temere difficoltà e pericoli, non condanna né vendica le sorelle che si lamentavano con lei, e le perdona con devozione. (SAK/Vatican News)
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