Il produttore di armi svizzero RUAG ha chiesto formalmente il permesso di esportare dozzine di carri armati usati, il che porterebbe a un accordo che alla fine li invierebbe in Ucraina.
Il governo svizzero mantiene una rigorosa politica di neutralità e ha già segnalato che probabilmente bloccherà l’accordo. La Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha confermato giovedì che tale richiesta era stata avanzata.
96 vecchi carri armati Leopard 1, attualmente fuori servizio, sono stati acquistati dall’Italia diversi anni fa. In base all’accordo proposto, RUAG venderebbe i carri armati al produttore di armi tedesco Rheinmetall, che li trasferirebbe poi in Ucraina.
I serbatoi sono attualmente in Italia. La Svizzera li ha acquistati alcuni anni fa con l’intenzione di usarli come pezzi di ricambio o rivenderli in un altro paese.
La SECO, che ha già ricevuto una richiesta informale da RUAG a marzo, ha chiarito che avrebbe respinto l’accordo. La Svizzera insiste sulla neutralità e vieta la fornitura di armi di fabbricazione svizzera ai paesi in conflitto.
“Vorremmo una decisione formale da parte della SECO in modo da poter valutare meglio le opportunità commerciali”, ha dichiarato Kirsten Hammerich, portavoce di RUAG.
La Svizzera ha recentemente impedito alla Germania di inviare munizioni per carri armati di fabbricazione svizzera in Ucraina. La Germania ha acquisito le munizioni anni fa, ma i contratti di esportazione di armi svizzeri contengono ancora una clausola che consente alla Svizzera di bloccare qualsiasi rivendita.
“Ninja del caffè adatto agli hipster. Pioniere della birra malvagia. Risolutore di problemi amichevole. Appassionato di zombi.”