Le bevande alcoliche non possono solo essere un’aggiunta alla cena o rovinare la salute, ma possono anche diventare un oggetto di investimento. I più pragmatici acquistano le azioni delle società produttrici di bevande, e i più audaci acquistano le bevande stesse, in modo da poterle poi rivendere ad un prezzo più alto. Nel frattempo, le aziende manifatturiere stanno andando peggio.
Il commercio delle bevande alcoliche ha una tradizione millenaria: gli antichi romani esportavano il vino in altre regioni e lo distribuivano all’interno del loro impero. Dove c’è commercio, ci sono opportunità per fare soldi. Lo storico Nicholas Purcell scrive nel suo articolo accademico “Vino e ricchezza nell’antica Italia” che la coltivazione dell’uva da vino era una pietra angolare dell’economia della regione ed era sempre associata a un grande rischio, poiché un anno di vendemmia povero poteva portare alla rovina dei viticoltori.
Le bevande alcoliche come prodotto che ha trovato la sua strada nell’economia funzionano ancora oggi.
Investimenti in botte
La produzione di bevande rimane un’attività complessa, ad alta intensità di energia e risorse, poiché le colture sono sempre più colpite dai cambiamenti climatici. Il lettone “Delfi Verslas” ha già scritto dell’impatto dell’attività umana sulla vendemmia.
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