Con queste dure parole la Scavelli ha motivato la sua decisione di porre fine alla sua carriera di arbitro di pallavolo durata 15 anni.

Nella divisione pallavolo “Serie B”, l’azzurra ha ricevuto osservazioni dalla federazione nazionale di pallavolo (FIPAV) per avere un indice di massa corporea femminile troppo alto. E non solo voti: non le è stato permesso di lavorare fino a quando non ha raggiunto lo standard di peso.

“Le regole sono regole, le seguo, ma questo non significa che siano sacre e immutabili”, ha scritto la Scavelli sul suo account Facebook. Di conseguenza, la donna ha compiuto un altro passo che, secondo lei, potrebbe cambiare l’atteggiamento del pubblico.

“Sono stufo di tali restrizioni. Parlo a nome di tutte le persone che sono in sovrappeso a causa di problemi di salute o di vita. Sono alta. Sì. Ma è anche piena di voglia di combattere e credere”, ha detto di la sua sfida alla discriminazione dovuta al sovrappeso.

Dal canto suo, la Federazione Italiana Pallavolo non ritiene di aver agito in modo inappropriato: “Il caso citato non è legato a discriminazione”.

Il signor Scavelli ha sottolineato che riceve i commenti più dolorosi sul sovrappeso dai genitori dei giocatori: “Sono quelli che avvelenano di più lo sport. Fa più male quando senti che il fisico è più importante delle capacità e del duro lavoro. Perché devo sentire la gente urlare che sono grasso?’