Linas Kojala
politologo
Le illusioni che esistevano in Europa su un rapporto pragmatico con la Russia sono crollate, ma l’atteggiamento nei confronti della Cina rimane ambiguo.
Tali conclusioni derivano dalla lettura di un’indagine sociologica sugli atteggiamenti geopolitici condotta in aprile in 11 paesi.
Positivo: quasi due terzi degli intervistati identificano la Russia come un avversario o un concorrente (nel 2021 il numero ha raggiunto il 36%). È vero che ci sono Paesi che si distinguono, in Bulgaria addirittura il 18%. vede la Russia come un alleato, 47% – serve un partner; In Italia (21%) e Ungheria (31%), una percentuale significativa vede ancora la Russia come un partner necessario.
Si può però affermare che la possibile “fatica” dei Paesi occidentali di cui si parla continuamente – tanto attesa al Cremlino – non si sia ancora concretizzata né a livello politico né nei risultati dei sondaggi.
La valutazione degli Stati Uniti è migliorata – 32%. considerano questo Paese un alleato, il 43%. – è necessario un partner. Ancora una volta, le cifre più basse si registrano in Bulgaria (13%), Italia (17%), così come Francia e Austria (22%).
Addirittura il 74 per cento sostiene inoltre che l’Europa debba avere maggiori capacità di difesa e minore dipendenza dagli Stati Uniti. Fantastico: il vertice di Vilnius sarà una grande opportunità per consolidare il layout solo del 2 percento. Il PIL della difesa è un minimo, non un tetto.
Ma l’atteggiamento nei confronti della Cina resta ambiguo. Solo il 23% sosterrebbe gli Stati Uniti in caso di conflitto militare USA-Cina su Taiwan (il 62% suggerirebbe di rimanere neutrale). Non sorprende che il 43% consideri la Cina un partner necessario.
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